La salute della coppia passa anche da ‘un buon sonno’… e ‘buon sonno’ vuol dire prevenzione, anche per tener lontani diabete e obesità
di Silvia Pogliaghi
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Maria è impiegata e vive in centro Italia, di notte soffre di disturbi del sonno per apnee ostruttive e russa; il marito di ciò, ne è particolarmente infastidito e non riesce a dormire, così fantozzianamente, lui si sposta in salotto, sul divano… a guardare la Tv: sono le 3 del mattino…
Questo bel ‘quadretto’ famigliare, è stato illustrato a Milano al 2^ Congresso Nazionale dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna e di Genere – ONDA, dal titolo “La donna e la coppia dopo l’età fertile – La salute che cambia: prevenzione, stili di vita, fragilità”. Nel corso del Congresso è stato presentato un sondaggio Post-fertility e disturbi del sonno commissionato appositamente, dove si evidenzia che, tra gli ultracinquantenni, uno su due dorme male e non a sufficienza, le donne valorizzano maggiormente l’importanza del sonno e si mostrano più sensibili alla tematica dei disturbi ad esso associati. Infatti, 9 donne su 10 dormono male oltre ad avere altri disturbi al sonno correlati.
Il sondaggio è stato calibrato su un campione, distribuito capillarmente su tutto il territorio italiano: 150 uomini e 150 donne in età compresa tra 45 e 65 anni con livello di istruzione medio-alto, nel 70 % dei casi con figli. L’indagine ha evidenziato una percezione del sonno, da parte degli intervistati, come molto importante ed essenziale (90%) per il benessere della persona e anche della coppia, oltre ad essere considerato alla base di un corretto stile di vita. Due intervistati su tre sono però consapevoli che riuscire a dormire bene non sia affatto semplice e i disturbi del sonno sono considerati gravi da 2 persone su 3.
Secondo lo studio, in generale le donne temono di più l’insorgenza di questi disturbi e di fatto ne soffrono più degli uomini: l’87% delle intervistate lamenta di avere questo problema rispetto al 67% del campione maschile.
Quanto affermato dalle donne, sottolinea Luigi Ferini Strambi, Primario UO Neurologia-Centro del Sonno, IRCCS San Raffalele Turro e Università Vita-Salute San Raffaele, Milano è, in effetti, in linea con i dati scientifici secondo i quali l’insonnia è 1,5 volte più comune nelle donne rispetto algi uomini e questo valore tende ad aumentare dopo i 65 anni”. “Questo dato, prosegue Ferini Strambi, è in parte spiegato da una più marcata riduzione rispetto agli uomini con l’avanzare degli anni, della secrezione di melatonina, ormone che regola il ciclo sonno-veglia. Anche la riduzione di progesterone, che ha effetto sedativo e riduce i microrisvegli intrasonno in menopausa, può spiegare l’aumentata prevalenza di insonnia in questa fascia d’età. La depressione poi, di cui le donne sono colpite il doppio degli uomini, è fattore scatenante dell’insonnia cronica.”
“Il 20 % della popolazione aggiunge Ferini Strambi, soffre di disturbi del sonno (1 su 5) di cui il 10 % di questi sono le persone con malattie croniche, il 5 % ha sindrome di apnea ostruttiva e l’ultimo 5 % soffre di diverse patologie tra cui gambe senza riposo e disturbi comportamentali del sogno REM, (spesso collegato a malattie degenarative come il Parkinson), ed altre ancora.
L’alterazione dell’orologio biologico del nostro corpo, commenta inoltre Stefano Genovese, Responsabile Unità di Diabetologia, Endocrinologia e Malattie Metaboliche Centro Cardiologico Monzino IRCCS, Milano, per privazione di sonno, anche parziale ma continuata nel tempo o la compromissione della qualità del sonno, aumenta la probabilità di insorgenza di alcune malattie e questo è molto evidente per patologie metaboliche, come il diabete di tipo 2 e l’obesità. Vari studi hanno dimostrato, continua Genovese, che chi dorme meno di 6-7 ore per notte ha un più elevato rischio di sviluppare diabete di tipo 2 e di andare incontro ad un eccessivo aumento di peso. Infatti, conclude Genovese, durante la notte, lontano dai pasti, se non dormiamo o dormiamo male, il meccanismo metabolico regolato da insulina (insulino-resistenza) si altera e può dar luogo a glicemia alta al mattino e più elevato rischio di diabete di tipo 2.
Dallo studio si deduce, inoltre, che i disturbi del sonno portino a molte conseguenze: psichiche per il 98% degli intervistati, in primis nervosismo e irritabilità, ma anche cattivo umore, assenza di lucidità e difficoltà di concentrazione e apprendimento; fisiche (83%) soprattutto stanchezza e mancanza di energie, oltre a conseguenze relazionali (41%) con tendenza ad isolamento, problemi di comunicazione e dialogo nella coppia e calo del desiderio sessuale.
In questo caso, il cambiamento di stili di vita e la prevenzione possono far molto.
“In questo congresso dedicato ai post activity, spiega Francesca Merzagora, Presidente di ONDA, cioè dedicato a coloro che sono nella fascia di età tra i 48 e i 65 anni, si sono affrontate le molteplici patologie che impattano pesantemente sulla salute: oncologia, salute mentale, cardio-metabolica eccetera. Far prevenzione quindi, in questi casi, continua Merzagora, significa prendersi cura di sé. Se si parla di prevenzione primaria, è necessario attivare stile di vita corretti anche in questa fascia di età: fare attività fisica ad esempio, non abusare di alcol, dormire sano, eccetera. Per quanto riguarda la prevenzione secondaria, vuol dire fare diagnosi precoci, quindi screening e controlli ravvicinati”. “Al congresso, conclude Merzagora, si è parlato anche di coppia, quindi anche di famiglie e di come coniugare al meglio il concetto della prevenzione proprio per la famiglia intera. Va da sé l’allargamento alle problematiche di salute della coppia.”
Silvia Pogliaghi
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