Probiotici per donne ne abbiamo?

di Silvia Pogliaghi

-In occasione del primo Congresso Nazionale di ONDA, (Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna) tenutosi a Milano a fine settembre 2017, dove l’attività di promozione della Medicina di Genere è stata profondamante voluta e caldeggiata su molteplici temi; a latere del Congresso stesso si è voluto fare anche un ‘focus’ sul tema MICROBIOTA. All’interno di tale ‘focus’ si è molto parlato dell’uso corrente del termine ‘probiotico’, in modo particolare di come, nelle banalizzazioni e senza approfondimenti scientifici, è facile incorrere in errori, confondere yogurt, latti fermentati o addirittura… yogurt pastorizzati, (AIUTO!) specie in famigerate diete ‘dell’ultimo grido’.
Probiotici questi ‘conosciuti’
Un po’ di storia:
Nel 1908 il biologo russo Elie Metchnikoff propose la tesi che la longevità dei pastori Bulgari e Caucasici (popolazione longeva, cento anni) dipendesse dal consumo massiccio di yogurt. Le conclusioni dello scienziato russo richiamarono l’attenzione della comunità scientifica internazionale sui batteri presenti nello yogurt, i cosiddetti fermenti lattici, anche se questi non possono essere considerati effettivamante probiotici.
La definizione ufficiale di ‘Probiotici’(1) da parte di FAO (Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite) e OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) arrivò nel 2001:
“organismi vivi che, somministrati in quantità adeguata(2), apportano un beneficio alla salute dell’ospite”. L’interesse per i ricercatori, sul tema probiotici, nell’ultimo decennio è quasi triplicato e nel 2005 il Ministero della Salute ha recepito le linee guida riprendendo, di fatto, la definizione dell’OMS.
Anche il Microbiota(3) intestinale, da alcuni anni, sta destando interesse nei ricercatori che indagano anche le correlazioni con le attività cognitive e l’umore, malattie associate all’alterazione dell’asse Microbiota Intestino-Cervello come alcune malattie endocrine e metaboliche.
Tutti ne abbiamo uno, è il nostro microbiota unico e personale, molto vario, che corrisponde esattamente all’ecosistema batterico che risiede principalmente nell’intestino, (circa 1,5 kg, in quantità di circa 9×10 alla13 microrganismi ) ma è presente anche nel primo tratto gastrico e nel cavo orale.
Potrebbe essere definito come la nostra ‘carta d’identità batterica’ che varia a seconda dell’età, dalla nascita all’età avanzata. Studiosi affermano inoltre, che anche il nostro odore personale dervivi dalla qualità del nostro microbiota.
Vero e proprio organo, adempie a importanti funzioni immunologiche, ma può essere anche causa di patologie molto comuni soprattutto con diete errate, cattiva alimentazione e stress. Infatti, l’alterazione del microbiota intestinale vine definita DISBIOSI, i cui sintomi tipici sono principalmente: gonfiore, stitichezza, diarrea, riduzione della forza, malessere generale, cambiamenti dell’umore, disturbi del sonno e nelle donne cistiti e Candida vaginale

Di queste ultime patologie specifiche dell’universo femminile e in correlazione ai probiotici, ne ho parlato con la Dott.ssa Maria Luisa Callegari che insegna Scienze Agrarie Alimentari e Ambientali all’ Università Cattolica del Sacro Cuore Piacenza-Cremona.
Esiste un probiotico che consiglierebbe per la salute intima della donna?
“Un probiotico è un organismo vivo, spiega la Dott.ssa Callegari, che, una volta assunto può colonizzare il tratto gastro-intestinale dando dei benefici effetti. Esistono dei lattobacilli, in grado, non solo di colonizzare l’intestino ma di colonizzare anche la vagina, proteggendo le donne da eventuali vaginosi e vaginiti batteriche. Sono probiotici particolari, spiega ancora la Dott.ssa Callegari, perché sopravvivono oltre all’ambiente del primo tratto gastro-intestinale, anche all’ambiente molto esclusivo della vagina. Sfruttando così, continua a spiegare la Dott.ssa, la ‘cross-contamination’ che esiste tra ano e vagina, tali probiotici, anche in caso di Candida, di cui sono spesso affette donne sia in età giovanile sia in età adulta, interagiscono ‘in loco’, colonizzando la vagina, abbassando il pH e inibendo la Candida.
Ci sono ceppi di probiotici in cui è stato dimostrato il transito intestinale e la colonizzazione vaginale. Questi risultati sono stati pubblicati e riguardano ceppi come Lactobacillus fermentum RC-14 e Lactobacillus rhamnosus GR-1″
link al Trial https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12628548
Dott.ssa Callegari parliamo di prebiotici?
I prebiotici sono delle fibre, per cui sono naturalmente presenti negli alimenti; nella cicoria, nel carciofo, nelle radici amare. Poiché le caratteristiche di queste fibre sono molto varie anche i loro effetti sono molto eterogenei. L’inulina, ad esempio, che è presente nella cicoria, stimola la crescita dei bifidobatteri ma inibisce anche il proliferare di batteri ‘cattivi’, modulando così il microbiota intestinale e riducendo eventuali stati infiammatori.

1. Il termine probiotico significa “a favore della vita” (dalla particella latina pro, a favore di, e dall’aggettivo greco biotikos, da bios, vita).
2. 1×10 alla 9 di cellule vive, minimo.
3. Il microbiota umano è l’insieme di microorganismi simbiontici che convivono con l’organismo umano senza danneggiarlo.

Grazie mille alla Dott.ssa Maria Luisa Callegari .

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