Umanesimo & Digital Health in oftalmologia

 

Un incontro di approfondimento  a cura di GOAL (Gruppo Oculisti Ambulatoriali Liberi) sulla cultura dell’innovazione tecnologica e umanesimo in oftalmologia si è tenuto lo scorso 9 maggio ad Assago (Mi), in occasione di ‘Retina in progress’, meeting organizzato da Fondazione Retina 3000 Onlus. Il focus della discussione sono stati il tema del come curare tramite l’uso delle nuove tecnologie digitali in oftalmologia e il concetto di umanizzazione della cura.

‘Care’ e nuove tecnologie sono alleate?

Il patto di cura che si instaura tra persona malata e medico deve, oggigiorno, essere incentrato sul dialogo, essere un momento di comunicazione, dove le nuove tecnologie vanno a supportare questo rapporto, non togliendo al medico autorevolezza ,ma aggiungendo al curante più spazi e più tempo di qualità, insistendo sul concetto della restituzione della salute, attraverso uno ‘sguardo personale’, cioè quello che gli inglesi definiscono ‘care’, ovvero  il ‘prendersi cura’.

In questo processo, sono coinvolti in un sistema di multidisciplinarietà anche tutti gli altri operatori sanitari e secondo questa logica, le nuove tecnologie offrono strumenti  validati, come intelligenza artificiale, cartelle cliniche elettroniche, deep learnig e big data, che possono essere utilizzati sia per l’ambito diagnostico, sia in ambito multidisciplinare per poter permettere ai curanti di avere sempre una ‘fotografia’ aggiornata e veloce dello stato di salute della persona. In alcuni casi, anche in oftalmologia e in questo caso specifico parliamo di persone con diabete mellito e con conseguente maculopatia diabetica;  la persona con queste patologie può essere presa in carico anche dal territorio, con  un’ottica  di integrazione ospedale-territorio e di take care della persona malata, nella sua condizione di prossimità.

«I medici oftalmologi di GOAL,  – chiosa Danilo Mazzacane, segretario del Gruppo Oculisti Ambulatoriali Liberi, hanno voluto affrontare le novità della medicina moderna e i suoi strumenti in correlazione all’umanesimo, poiché l’innovazione non deve essere considerata solo un cambiamento della medicina che deve comprendere oltre al progresso scientifico, anche nuove dinamiche medico-paziente dando la giusta attenzione  a quello che ci racconta il paziente, guardandolo negli occhi per poter  guardare anche nell’anima della persona».

Software di intelligenza artificiale per l’oftalmologia

I device affiancati ai software di intelligenza artificiale vengono applicati in oftalmologia in modo specifico nel campo del riconoscimento dell’immagine.  In un recente studio, presentato all’annual meeting ARVO e citato in occasione dell’incontro Retina in progress dalla Dott.ssa Valentina Sarao, ricercatrice dell’Università di Udine, si dimostra che la performance dei software di AI,  in termini di  specificità  è fortemente  influenzata dalla risoluzione  e dalla qualità delle immagini che vengono sottoposte ai software. « Lo studio, mi ha permesso, –  afferma la ricercatrice – di confrontare più di 580 immagini, acquisite in pazienti affetti da Diabete Mellito, con fotocamera convenzionale a luce flash e con un nuovo focale a luce led bianca. I risultati del confronto hanno dimostrato che il sistema con focale a luce led bianca permette una specificità significativamente superiore rispetto alla luce convenzionale a flash. Questo sistema focale a luce a led bianca, permette di avere delle immagini retiniche di una qualità superiore che consente ai sistemi di AI di aumentare la performance di riconoscimento dell’immagine ».

Silvia Pogliaghi

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento