Diabete: arriva in Italia la prima micropump senza catetere, corredata di dispositivo di controllo touch screen e bluetooth, per la somministrazione di insulina
di Silvia Pogliaghi
180.00 persone in Italia, soffrono di diabete mellito di tipo 1 e costituiscono lo 0,3 % di tutti i cittadini (Standard italiani per la cura del diabete mellito AMD-SID 2018). Di essi, il 17 % dato del 2018, in crescita rispetto al 12,6 % del 2016, ha utilizzato un microinfusore, come attestano i recentissimi dati presentati nel corso del Congresso Nazionale di Diabetologia svoltosi a fine novembre a Padova.
«Si tratta di un incremento significativo, che avvicina il nostro Paese alla media delle altre nazioni europee, in cui la terapia insulinica sottocutanea in continuo, mediante microinfusore, conosciuta anche con la sigla CSII, riguarda una persona con diabete tipo 1 su 5» spiega Emanuele Bosi, Primario diabetologo dell’Ospedale San Raffaele e professore di Medicina Interna all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. «I vantaggi dell’impiego del microinfusore sono molteplici. Favorisce, infatti, un miglior controllo della glicemia, con minori fluttuazioni nei livelli di glucosio nel sangue, la riduzione degli episodi di ipoglicemia e, in ultima analisi, la diminuzione del rischio di sviluppare complicanze della malattia. Più limitato, per un insieme di ragioni cliniche, pratiche e organizzative, il ricorso a questo tipo di trattamento nelle persone con diabete tipo 2.»
Da oggi, per le persone che adottano il microinfusore e che non hanno trovato negli strumenti tradizionali una risposta alle loro necessità, arriva in Italia un’importante novità: la prima micropump senza catetere di Roche Diabetes Care, che potrebbe essere adottato anche da tutte quelle persone in terapia multi-iniettiva.
La micropump è costituita da tre componenti: il supporto con l’ago cannula che si applica sulla cute, la base del microinfusore e il serbatoio per l’insulina che si innestano a loro volta sul supporto. Le tre componenti possono essere sostituite singolarmente e indipendentemente l’una dall’altra. Questa particolare caratteristica permette, da un lato di evitare sprechi di insulina e di materiale consumabile, rendendo la micropump senza catetere un microinfusore sostenibile, dall’altro di renderlo perfettamente adattabile allo stile di vita della persona che lo indossa grazie alla possibilità di rimuovere la base del microinfusore in ogni momento e per ogni esigenza senza rimuovere l’ago-cannula oppure di sostituire il serbatoio dell’insulina, ma non gli altri elementi.
La micropump viene applicata direttamente sulla pelle, nel punto di infusione prescelto, in genere sul braccio o sull’addome, senza bisogno di alcun catetere che la colleghi all’ago-cannula. È di ridotte dimensioni: solo 6,3 per 3,9 centimetri, l’equivalente della metà di un bancomat e lo spessore è di 1,4 centimetri.
Il sistema associa alla micropump senza catetere un dispositivo per il suo controllo e gestione, una sorta di telecomando, che consente anche la misurazione della glicemia e il calcolo del bolo insulinico, non solo sulla base del valore glicemico misurato, ma anche su valori inseriti manualmente. Questa componente può essere usata anche nel caso di passaggio per brevi periodi alla terapia multi-iniettiva. Al tempo stesso, l’uso della micropump non è strettamente vincolato al dispositivo di controllo, grazie alla presenza di pulsanti integrati per il bolo, sulla base del microinfusore che garantisce la possibilità di erogare l’insulina, nel caso si dimentichi il telecomando, aumentando così la sicurezza del sistema.
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