Il senso di Claudio Còmito per la nigredo

Effimero. Persistente. Foglie, punte e altro è il titolo della personale di Claudio Còmito, curata da Roberto Mutti, in mostra presso lo spazio espositivo della Bibilioteca Centrale di Palazzo Sormani a Milano, fino al 15 settembre 2018

Gli scatti still life di Claudio Còmito appaiono come soggetti semplici, arcaici e dalla forte connotazione simbolica. Alcuni di questi, tratti dalla natura come foglie, piume e piccoli insetti, ed altri in sovrapposizione, tratti dalla manualità e dall’operosità dell’uomo, come ad esempio sfere, punte di freccia e pietre lavorate in tempi a noi non noti.
Gli accostamenti che nelle immagini fotografiche still life di Còmito artisticamente ne derivano, aprono dei dialoghi tra questi soggetti all’apparenza non animati tra loro ma che all’osservatore attento evocano percorsi di creazione.
Le foglie, pochi istanti prima di cadere erano parte dello stesso albero e condividevano una comunità viva ma una volta cadute, effimere e colte nell’attimo prima di appassire definitivamente, raccontano come una metafora del processo di individuazione, quel percorso che porta l’individuo a integrare tutti gli aspetti della propria personalità e diventare unico. L’attimo prima della decomposizione.
“Nella natura, mi suggerisce Comito, nessuna decomposizione organica ha odore gradevole, se non per quella delle foglie’.
L’artista, con questa sfumatura ci suggerisce il modo per poter apprezzare questo attimo immanente.
Ed ecco, la prima grande trasmutazione alchemica: Nigredo, ovvero la disintegrazione della materia che muta in uno stato di fermentazione, che, a sua volta, porta alla luce una nuova forma di vita rappresentata dagli accostamenti ‘persistenti’ dell’operato umano, come le frecce che già dall’antichità erano simbolo di vita: pioggia che porta fertilità. Sfere che evocano ricerca di armonie, piume i cui retaggi possono essere ripescati nelle simbologie Egizie ove, per pesare l’anima si usava la piuma. Oggetti, che sembrano scandire con tenacia la propria anima e si fanno latori di questo messaggio silente, pronti per essere ‘colti’ e riposti in scatole di puerile memoria ove l’artista ancora ripone, come faceva da bambino, i suoi oggetti di alto valore personale.
Due piccoli insetti, una formica ed uno scarabeo, unici soggetti vivi presenti nelle fotografie di Còmito portano con sé il vero messaggio di rigenerazione permanente, in modo particolare lo scarabeo, che presso gli Egizi era simbolo, spesso assimilato al sole che rinasce ogni mattino.

Sinestesia musicale: Killer . Van der Graff Generator

Silvia Pogliaghi

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