ESSERE Leonardo da Vinci, un’intervista impossibile

di Silvia, Sofia e Pietro

Un genio del ‘500 si aggirava tra gli stand di Bookcity nella sera di venerdì 23 ottobre, messere Leonardo da Vinci, alias Massimiliano Finazzer Flory, in Essere Leonardo: un’intervista impossibile circondato da libri, che, alla biblioteca Trivulziana parevano già conosciuti…

La vera storia di Leonardo a teatro. Uno spettacolo scritto e interpretato da Massimiliano Finazzer Flory, per scoprire i segreti, le passioni e i consigli del grande genio italiano. Un’opera teatrale unica nel suo genere: sintesi di arte e scienza.
Nell’intervista impossibile, Leonardo risponde a 67 domande su come si fa a diventare “bono pittore”, sul rapporto tra pittura e scienza, pittura e scultura, pittura e musica. Ci parla di anatomia, di psicologia e di fisica, della sua passione per il volo. Commenta il Cenacolo, affronta il tema dell’acqua, allude alla moda del suo tempo, risponde agli attacchi dei nemici, spiega i moti dell’animo e, infine, dispensa sentenze e aforismi per vivere il nostro tempo. Ecco qualche cenno:
Leonardo è uno studioso della terra e osservatore della natura, per lui il senso più importante è la vista (l’occhio).
La vita e la morte, per il grande genio, sono aspetti intrinsecamente legati “(noi) facciamo la nostra vita con l’altrui morte”

Per Leonardo, la struttura dell’uomo (tranne che per la coscienza e la volontà) si ritrova nel mondo: l’uomo è a tutti gli effetti un mondo minore, in quanto costituito di terra, acqua, aria e fuoco.

Secondo Leonardo, la pittura è scienza, poiché è partorita dalla natura e lo scopo della pittura è quello di raffigurare l’uomo e la sua mente: la rappresentazione dell’uomo è facile, mentre la rappresentazione della sua mente è assai più difficile.
La pittura è poesia muta, mentre la poesia è pittura cieca. Leonardo intende l’arte come strumento per la ricerca della verità.

Ed ecco il monito di Leonardo: “chi poco pensa, molto erra”
Inoltre, il progettista dei nostri navigli, regala considerazioni sul metodo di lavoro: “si come il ferro s’arrugginisce senza esercizio, è l’acqua si putrefà o nel freddo si addiaccia, così lo ingegno sanza esercizio si guasta”

Leonardo descrive le sue invenzioni rivolgendosi ad un immaginario Ludovico Sforza, racconta di ciò che ha progettato per la guerra (ponti, bombarde), ma anche dei suoi studi relativi alla costruzione di edifici pubblici e privati

L’uomo vitruviano di Leonardo è considerato espressione di dignità e bellezza e
le misure (proporzioni) dell’uomo sono distribuite dalla natura.
Leonardo non ci fa mancare la spiegazione della pratica di dissezionare i cadaveri e dei suoi studi sull’anatomia.
Ed ancora una domanda a chi fu curioso del volo degli uccelli: che uso farebbe Leonardo, delle sue macchine volanti?
Le utilizzerebbe per portare la neve dalla cima dei monti ai luoghi più caldi. Evoca così la figura del nibbio, uccello presente in un suo ricordo d’infanzia ed elemento ricorrente nei suoi sogni.
Il pensiero di Leonardo su il grande amore nasce dalla grande cognizione della cosa amata
il cane fa le feste al padrone solo per i bocconi che da lui riceve, ma amerebbe di più l’uomo se conoscesse le sue virtù.
Ed ancora moniti: la miseria più la si fugge, più ti si avvicina, chi la vita non stima, la vita non merita.
Infine, alla domanda riguardante chi si celi dietro il sorriso enigmatico della Gioconda, Leonardo non risponde al pubblico, solo all’orecchio del giornalista confida il segreto, lasciandolo molto turbato. A noi… non è dato sapere, ma solo immaginare.

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