Il Liberty fiorisce nelle Scuderie del Castello Miramare di Trieste

di Silvia Pogliaghi
“Il segreto della felicità sta nel avere un genuino interesse in tutti i dettagli della vita quotidiana, e nell’elevarli a livello di arte…” cit. William Morris

L’Art Nouveau è tutto ciò: il tentativo di elevare ad arte la vita quotidiana ambendo ad una propagazione e un’intensificazione dell’esistenza.
A Trieste, presso le Scuderie del Castello Miramare , ancora fino al 7 gennaio 2018 , fiorisce la mostra “ IL LIBERTY e la rivoluzione europea delle arti”
Arrivano dal Museo delle Arti Decorative di Praga (UPM), attualmente in ristrutturazione ( riaprirà a gennaio 2018), le oltre 200 opere appositamente selezionate per la mostra, prestate alla città giuliana. La mostra è promossa dal Polo museale del Friuli Venezia Giulia, dal Museo storico e parco del Castello di Miramare e dal Museo delle Arti Decorative di Praga.

Pur con la sua doppia anima fatta di tradizione e di innovazione, la sua eterogeneità e la varietà di scenari ideologici che questo stile ebbe nelle diverse culture europee, il Liberty o Art Nouveau fu il fenomeno culturale che investì tutta l Europa tra il 19° secolo e il l’inizio del ‘900, e coinvolse tutte le arti nel segno del rinnovamento e della ribellione alla stagnante e sterile figurazione artistica.
Per le opere scelte e l’ambientazione, la mostra propone una visione che inquadra l’Art Nuoveau come un movimento artistico riformatore che promuoveva un’integrazione tra arte e vita di tutti i giorni, ambendo ad una propagazione e a un’intensificazione dell’esistenza e che costituì uno dei maggiori tentativi di riforma moderna negli stili di vita. L’Art Nouveau trovò nella natura una fonte di bellezza artistica, gli artisti guardarono le forme delle piante e della natura con occhi nuovi, ammirandone la natura sfuggente, la perfezione formale, così come la loro forza dinamica e vitale, cosicchè i motivi floreali e zoomorfi si propagarono in tutti i campi delle arti applicate: mobili, manufatti in metallo, vetri, ceramiche e gioielli presero quella vitalità dinamica che contraddistingue il Liberty o Art Nouveau ( Secese in ceco).
Il nuovo movimento rifuggiva dal realismo e dalla definizione oggettiva ma esplorava piuttosto dimensioni allusive ed evocative. Attorno al 1900 l’interesse era nella sfaccettata psiche umana, si approfondivano temi dei fenomeni occulti, si studiavano argomenti esoterici e nei circoli artistici si diffuse un vivo interesse per la teosofia ( dottrina ispirata a Helena Petrovna Blavatsky). Alfons Mucha ( 1860-1939) ne è profondo conoscitore. Presente in mostra la sua monumentale celebrazione delle popolazioni slave per l’Esposizione Universale di Parigi del 1900, con il dipinto decorativo per il padiglione della Bosnia-Erzegovina dal titolo L’epoca romana e l’arrivo degli Slavi, 1900, Acquerello e colore stemperato su tela (prima delle monumentali composizioni storiche, la quale, insieme ad altre successive avrebbe fatto parte della sua Epopea Slava.
Leitmotiv e protagonista quasi assoluta della mostra, la figura femminile che vedeva nella società moderna sempre di più la propria presenza, presenza riflessa, per la prima volta anche nella diffusione dei manifesti illustrati, come nuova forma di comunicazione pubblicitaria; si diffondeva nelle strade cittadine e che veniva incoraggiata dai cambiamenti degli stili di vita. I manifesti ebbero la massima diffusione nell’ultimo decennio del XIX secolo quando la fusione tra contenuti e grafiche di grande raffinatezza doveva dare l’immagine del dinamismo: profili femminili dalle forme flessuose dovevano evocare soggetti naturali, elementi floreali come iris, gigli(rappresentavano sogno e la purezza) rose ( simboleggiavano la donna seducente e passionale) ninfee ( rappresentano il principio femminile nel suo aspetto seduttivo e nutritivo) ed elementi zoomorfi come farfalle( simbolo dell’ effimero passaggio dallo stato profano allo stato sacro) e libellule ( simbolo dell’elevazione spirituale). La donna di fine secolo assume così il ruolo di creatura eterea o femme fatale. Ma il processo di emancipazione femminile cambiò il ruolo della donna all’interno della società e portò alla nascita di un nuovo settore di mercato fondato su un orientamento al consumismo e le figure femminili sui manifesti pubblicitari non servirono solo a rendere il messaggio visivo accattivante ma anche a richiamare l’attenzione delle donne stesse come fruitrici del messaggio pubblicitario.
La nuova immagine della donna si andava caratterizzando con un nascente senso di indipendenza e di sfida nella morale conservatrice che predominava l’epoca. Era l’epoca di Lou Von Salomè ( scrittrice e psicoanalista, collaboratrice di Freud, ma anche musa ispiratrice di Così parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche), Loie Fuller ( danzatrice protagonista delle Folies Bergèrie) e Isadora Duncan…

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