TUTELARE LA SALUTE DELLA DONNA E’TUTELARE LA SALUTE DI UN’INTERA COMUNITA’.

LA PROMOZIONE DELLA SALUTE DELLE DONNE CONTRIBUISCE AL MIGLIORAMENTO DELLO STATO DI SALUTE DI TUTTA LA POPOLAZIONE ED E’ UNA MISURA DELLA QUALITA’, DELL’EFFICACIA E DELL’EQUITA’ DEL SISTEMA SANITARIO.
A Roma, la Giornata è stata celebrata il 21 aprile e il Ministero ha aperto le porte alla cittadinanza realizzando un Villaggio della salute della donna con gazebo dove personale qualificato di Associazioni, Società scientifiche, Enti, etc., ha prestato il proprio servizio ai cittadini per effettuare visite, consulenze e screening nei settori della dermatologia, oculistica, endocrinologia, oncologia, pediatria, ginecologia, neurologia, urologia, etc..

Parallelamente 5 Tavoli di lavoro composti da esperti hanno affrontato a 360 gradi i focus della 3^ Giornata della salute della donna e le risultanze sono state presentate in una Tavola Rotonda conclusiva.
I temi affrontati nei Tavoli di lavoro sono stati:
• Tavolo 1 “Percorso per le donne che subiscono violenza: l’ospedale e il terrotorio, prevenzione e assistenza”;
• Tavolo 2 “Violenza di genere nei luoghi di lavoro”;
• Tavolo 3 “Violenza e disabilità”;
• Tavolo 4 “Disturbi dell’alimentazione”;
• Tavolo 5 “Salute della donna: Prevenzione e stili di vita”.
Al termine della Giornata di lavori il Ministro della salute ha premiato per l’impegno già profuso, e per quello assunto in futuro, 6 Ambasciatrici della salute della donna:
• Giuseppina Liuzzi – Responsabile Centro per la Prevenzione e la Cura delle infezioni in gravidanza, Istituto nazionale per le malattie infettive IRCCS “Lazzaro Spallanzani”;
• Paola Nisticò – Responsabile dell’Unità di immunologia e immunoterapia dei tumori, Istituto nazionale tumori “Regina Elena” di Roma;
• Antonia Ricci – Direttore sanitario Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie;
• Annalisa Manduca – Giornalista Rai;
• Margherita Granbassi – Medaglia olimpica fioretto;
• Giulia Quintavalle – Medaglia olimpica judo.

Un ‘Focus’ su Disturbi Alimentari (DA)
Il Tavolo di lavoro ritiene che la problematica dei DA sia un aspetto di sanità pubblica
molto rilevante e quindi considera indispensabile prevedere politiche sanitarie che
siano in grado di attuare una forte programmazione e organizzazione dei servizi per
garantire il riconoscimento precoce dei casi, protocolli di collaborazione con i PdLs
ed i Medici di medicina Generale, organizzazione in rete nei vari livelli di assistenza, a partire dal PS
(acuzie), ospedale e soprattutto il potenziamento e la creazione di residenze per
garantire, a livello nazionale, uniformità di assistenza. Prioritario che in tutte le
regioni ci siano tutti i setting di cura e presa in carico, nonché il rispetto dell’assetto
multidisciplinare del team che si occupa dei DA. Famiglie ed Associazioni saranno da
considerare in modo prioritario un elemento fondamentale ed un valore aggiunto
sul quale contare.
AZIONE 1 Partire da un Osservatorio epidemiologico nazionale per garantire una copertura in tutte le regioni dei 5 livelli di assistenza (aumentare
ambulatori, DH, semi residenze e residenze) con rete assistenziale multidisciplinare. Bilancio di salute presso PdLS e MdMG per le cure primarie,
case manager e formazione adeguata di tutti gli operatori (infermieri, MdMG e PdLs); multidisciplinarietà degli interventi, protocolli ad hoc, setting
dedicati, che tengano conto della differenza, in ambito neuropsichiatrico fra età infantile/adolescenziale ed adulta, appropriatezza dell’approccio
assistenziale, valutazione degli esiti.
AZIONE 2 recepire sul territorio e diffondere (anche tramite web training), tutte le linee di indirizzo prodotte dal MdS, Istituti e Regioni , in
collaborazione con le associazioni, che tengano in considerazione l’assetto multidisciplinare per la formazione specifica, corsi ad hoc, di tutti gli
operatori sanitari per la continuità terapeutica, per «Accogliere» precocemente pazienti affetti da DA ed evitare le complicanze cliniche e
migliorare la prognosi. Importante costruire modalità di incontro. La formazione deve essere anche a livello universitario, di figure specialistiche
anche in ambito nutrizionale. Considerare l’approccio allargato ai DA (non solo malnutrizione per difetto ma anche per obesità infantile)
AZIONE 3: promuovere interventi di informazione, prevenzione e riabilitazione, anche attraverso misure di contrasto alla comunicazione scorretta
che incentiva modelli di vita non salutari e rompere stereotipi e ricomporre la dissociazioni fra «mente e corpo» (web, settore food, moda, mondo
dello sport agonistico ma anche dilettantistico) anche tramite Intese programmatiche per interventi socio-culturali, nelle scuole e promuovere
interventi proattivi anche tramite nuove tecnologie (app, realtà virtuali), per captare il disagio, tramite «amici» e «familiari». Protocolli anche con il
settore food, CONI ed altre istituzioni (MIUR, Stampa, giornalisti, discipline comunicazione)
AZIONE 4 Assicurare la presa in carico, delle persone con DA a partire dal riconoscimento precoce (e la valutazione dello stato nutrizionale) in
tutti i setting di cura anche il Pronto soccorso , incentivando percorsi tipo «codice lilla», con formazione specifica di tutti gli operatori per triage,
presa in cura e continuità assistenziale.
AZIONE 5 Dare riconoscimento ufficiale alla Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla (15 marzo) per sensibilizzare con programmi efficaci i cittadini
sulle problematiche dei DA (a partire dalle scuole da coinvolgere in «open day» – anche per le famiglie – e per il contrasto ai pericoli del web).
Sensibilizzare le mamme sugli stili di vita per la prevenzione di tutti i DA. Prevedere workshop dedicati per il contrasto ai DA (giovani e fake news)
Fonte: Ministero della Salute

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