Scommettiamo sul Digital Health ?

 

di Silvia Pogliaghi
Tutti parlano della trasformazione che il digital sta portando nelle nostre vite, tocchiamo con mano tutti i giorni le opportunità che l’Information Technology (IT) ci mette disposizione (smartphon, Pc, App, Virtual Reality, Augmented Reality…). Già diverse realtà imprenditoriali in vari settori si stanno mettendo al passo coi tempi e con gli strumenti: ad esempio per quanto riguarda cultura, strategia e e organizzazione siamo, nel settore turismo al 46 %, nel retail al 42 % e nella telefonia al 36 %; e andiamo benone, rimane indietro il settore medico- farmaceutico con un 28 % di punteggio. (dati McKinsey su aree geografiche varie).
In ambito strettamente medico, specialisti e medici di base nel loro piccolo sono decisamente più avanti e utilizzano ampiamente le nuove tecnologie. Secondo una ricerca GFK del 2017, il 93% dei medici, sia specialisti sia medici di base, utilizza ogni giorno il web per la propria professione per un tempo medio di 8 ore settimanali. Gli accessi avvengono non più solo da PC, ma anche da altri dispositivi visto che la loro “dotazione mobile” negli ultimi 5 anni ha avuto incrementi significativi: l’88% dei medici utilizza uno smartphone per lavoro (con un incremento del 51% rispetto al 2013) e il 61% un tablet (con un incremento del 55%).

Il medico cerca soprattutto aggiornamenti professionali e informazioni: linee guida per diagnosi e trattamenti, informazioni e studi sui farmaci, approfondimenti sulle patologie.
Più del 30% degli aggiornamenti scientifici dei medici avviene attraverso la rete, soprattutto per il medico specialista. Internet con i siti web, i portali dedicati, le banche dati, la letteratura, le riviste e gli articoli rappresenta uno dei primari canali di informazione.
I portali di servizio dedicati, come Univadis, rappresentano il terzo canale di informazione digitale più utilizzato dai medici.
I social ricoprono ormai un ruolo attivo anche nella formazione del medico: più della metà del campione, il 59% degli Specialisti e il 54% dei medici di base, utilizza i canali social per la propria professione: network di colleghi, associazioni scientifiche, riviste scientifiche e siti di aziende farmaceutiche.
Il 30% di tutti i medici utilizza Facebook, mentre LinkedIn viene consultato soprattutto dagli specialisti per il 28%, contro il 17% dei medici di base.
Molto attiva anche la comunicazione “peer to peer” per un confronto con i colleghi: si creano Gruppi WhatsApp (38% di specialisti e 32% di medici di base) o mailing list di gruppo tra colleghi che si conoscono (29% tra gli specialisti e 23% tra i medici di base). Gli argomenti variano molto anche in funzione della specializzazione del medico: ad esempio, mentre lo specialista utilizza il confronto con i colleghi soprattutto per analizzare casi clinici (80%), il medico di base, nell’82% dei casi, si scambia informazioni sugli aspetti normativi e burocratici della professione.
L’uso di Youtube è sostanzialmente analogo (46% per lo specialista vs 41% medico di base). È la finalità che cambia: lo specialista usa il canale per seguire congressi, presentazioni di esperti o tutorial sull’uso di un device medico; mentre il medico di base prevalentemente per diagnostica, per immagini e tutorial sull’uso di un device medico.
Anche le App dedicate alla professione vengono ampiamente utilizzate: l’85% dagli specialisti e il 73% dai medici di base, soprattutto per la posologia dei farmaci, per i calcoli di indici medici specifici e per le interazioni farmacologiche.
Gli strumenti digitali favoriscono il contatto fra medico e paziente e possono coinvolgere maggiormente le persone durante tutto il percorso di cura aumentando la consapevolezza, la capacità di gestire la malattia e l’aderenza alle cure. Oggi, il 10% dei medici consiglia al paziente app specifiche che consentono di ricordare al paziente le visite di controllo, monitorare l’aderenza alla terapia, comunicare e condividere esami e referti con il medico.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento