• Senza categoria
  • 0

4 mesi di capolavori di Renoir alla GAM di Torino

di Anna Maria De Martini
Dal 23 ottobre 2013 al 23 febbraio 2014
Il Musée d’Orsay e il Musée de l’Orangerie conservano la collezione più completa al mondo dell’opera di Renoir e hanno accettato offrire per quattro mesi di una sessantina di capolavori alla Gam di Torino, per dare vita a una straordinaria rassegna che documenta tutta l’attività di questo grandissimo pittore, testimoniando i momenti più significativi e le svolte che, partendo dagli esordi, hanno portato l’artista a fine carriera a un progressivo allontanamento dall’Impressionismo.

La curatela della mostra è affidata a Sylvie Patry, Conservatore Capo presso il Musée d’Orsay e grande specialista di Renoir, e a Riccardo Passoni, Vice Direttore della GAM di Torino.

Skira, in stretta collaborazione con la Fondazione Torino Musei, produce la rassegna, curandone gli aspetti organizzativi e promozionali e ne pubblica il catalogo.

La mostra è allestita al primo piano della GAM, nella sala dell’Exhibition Area, secondo quattro nuovi percorsi tematici di ampio respiro con la piacevolezza di una grande rassegna internazionale. Anche un’opera di proprietà della GAM: il Ritratto del figlio Pierre (1885), acquistato su interessamento di Lionello Venturi sarà presente nella mostra, che vuole percorrere la complessa evoluzione del percorso artistico di Renoir – attivo per oltre un cinquantennio tanto da produrre un numero enorme di manufatti, oltre cinquemila dipinti e un numero elevatissimo di disegni e acquerelli –, evidenziando la grande varietà e qualità della sua tecnica pittorica e i diversi temi affrontati.

Nell’arco della sua vita, Renoir si misura infatti con la sperimentazione della pittura en plein air, fianco a fianco con l’amico e collega Monet, portando al tempo stesso a compimento opere in atelier. Dedicandosi anche alla ritrattistica su commissione, è attorniato da una stretta cerchia di ammiratori e mecenati. A testimonianza del successo già raggiunto in vita, basti pensare al fatto che per il suo quadro Madame Charpentier con i figli (acquistato dal Metropolitan Museum of Art di New York nel 1907) venne pagato il prezzo più alto raggiunto in quegli anni da un dipinto. È amico personale degli impressionisti – come Monet, Cézanne, Pissarro, Berthe Morisot, Sisley e Caillebotte, con cui discute di pittura e organizza mostre – e incoraggia altri grandi artisti come Matisse, Bonnard, Maurice Denis. Tuttavia, la fama e il riconoscimento da parte dei suoi contemporanei gli arrivano solo all’inizio del Novecento.

Oggi è considerato uno dei maggiori maestri a cavallo tra il XIX e il XX secolo.

La mostra torinese si articola in nove sezioni.

L’epoca della bohème. Ritratti reciproci a Parigi negli anni ottanta dell’Ottocento

“Noi adoriamo le donne di Renoir” (Proust)

“il mestiere di paesaggista” (Renoir)

Infanzia

La “fortunata ricerca della dimensione moderna” (Zola)

A proposito delle Ragazze al piano

“Bello come un dipinto di fiori” (Renoir)

“Il nudo, una delle forme indispensabili dell’arte” (Renoir)

Il testamento delle Bagnanti

In mostra sono esposti anche gli strumenti di lavoro dell’artista: tavolozza, scatola di colori, pennelli, inseparabili attrezzi del grande maestro. Sino all’ultimo aveva lavorato alle sue Bagnanti, facendosi legare i pennelli alle dita ormai deformate dall’artrite reumatoide.

Accompagna la mostra una pubblicazione edita da Skira che presenta, oltre alle riproduzioni delle opere in mostra, diversi contributi critici.

Rappresentare la bellezza, sorprendere con luce e colore, ritrarre la vita della propria epoca con un delicato realismo, sono elementi chiave della filosofia pittorica di Renoir, che ne fanno ancora oggi uno dei pittori più amati dal pubblico.

La mostra di Torino vuole essere un omaggio alla sua arte e un’occasione irripetibile per ripercorrerne la vicenda artistica e umana, e permette di ammirare opere straordinarie, la maggior parte delle quali mai esposte in Italia.

Annamaria Demartini

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento