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Zygmunt Bauman a Milano: siamo liquidi, globali, zippati e confessionali. Ti riconosci anche tu?

di Silvia Pogliaghi.
Bauman, uno dei più noti sociologi e influenti pensatori al mondo è a Milano per “Meet The Media Guru” un ciclo di incontri sulla cultura digitale e sull’innovazione realizzato dalla Camera di Commercio di Milano in collaborazione con Regione Lombardia, Fondazione Fiera Milano e Provincia di Milano
Fà uno strano effetto incontrare e sentir parlare così da vicino, con una calma da vero guru, colui che definì il concetto di “modernità liquida”. Bauman spiega con un inglese semplice e ben scandito quasi un secolo di cambiamenti sociali, parla della globalizzazione definendola ‘assolutamente inevitabile’, esserne contro sarebbe come ‘essere contro la rotazione terrestre’, come analogamente l’esplosione del social media e del web 2.0.
Nella sua Lectio magistralis propone una riflessione sulla vita moderna, sempre più spesso divisa tra ‘on line’ e ‘off line’, evidenziando le implicazioni più critiche della rivoluzione digitale. “ Non sempre – sostiene Bauman – la migrazione della nostra vita ‘on line’ si traduce in un effettivo potenziamento. Anzi, spesso, ci troviamo nella paradossale situazione di non sapere utilizzare al meglio la nuova libertà conquistata.”
Bauman tratta i concetti di ‘superficializzazione’ delle informazioni e della comunicazione e di ‘fragilizzazione’ dei rapporti umani. Bauman sostiene come l’adattamento alle condizioni create da internet e dell’era digitale renda ‘l’attenzione fragile e soprattutto incostante’ incapace di concentrarsi a lungo, allenata sì a ‘navigare’ senza spingersi mai in profondità’. Altro fenomeno forte e di grande impatto studiato da Bauman riguarda l’avvento della ‘società confessionale’:” nella società moderna e liquida – sostiene Bauman – non proviamo più gioia ad avere segreti . Alla base del social networking vi è, infatti, lo scambio di informazioni personali e chi tiene a cuore la propria privacy è, addirittura, visto con sospetto.”
Bauman afferma inoltre, “ non esiste più una divisione tra tempo libero e tempo ‘di lavoro’. Il tempo scompare, diventa fluido, e buona parte di noi è ‘dentro’ a qualche ‘aggeggio tecnologico’ dal quale non ci separiamo mai.” Avete mai perso il vostro smatphone? Come vi siete sentiti? Persi, vero?
“ Siamo ‘connessi ‘ ma non siamo una una vera comunità” -afferma ancora Bauman.-
A proposito del tema assai delicato e attuale dei migranti spiega “ i migranti non vengono più assimilati dalla società che li accoglie, sono destinati a vivere perennemente ‘da stranieri’. “Questa, -continua Bauman – è anche una delle caratteristiche della contamporaneità”. “Oggi, – conclude Bauman – nei quartieri di Londra come quelli di Milano puoi incontrare 70 comunità diverse di stranieri; lo straniero è parte della città lo incontrerai tutti i giorni ma nella tua vita non entrerà mai. Così nascono i conflitti che portano all’incertezza della vita che viviamo tutti i giorni.

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