Riqualificazione di Rogoredo/Porto di Mare: arriva Italia Nostra
ASSEGNATA A ITALIA NOSTRA LA RIQUALIFICAZIONE DEL VERDE, AL VIA I BANDI PER USI TEMPORANEI NELLE AREE
Il “boschetto della droga” di Rogoredo diventerà area naturale fruibile. Attività produttive, artigianali, sociali e sportive nei fabbricati vuoti
Maran: “Prosegue l’impegno nelle periferie, avviamo interventi di riqualificazione per ripristinare la legalità e riconsegnare l’area ai cittadini”
– Da un lato la riqualificazione dell’area verde di 650mila mq, con la riappropriazione del territorio e la riconversione del cosiddetto ‘boschetto della droga’ di Rogoredo in un’area sicura e fruibile. Dall’altro la rigenerazione dei fabbricati inutilizzati di proprietà del Comune, con l’affidamento temporaneo a soggetti che vi insedino attività di coesione sociale, produzione, innovazione, creatività e sport, in attesa della definizione di un piano urbanistico sull’area. Sono questi i punti chiave del progetto di rigenerazione e valorizzazione territoriale previsto per i prossimi anni a Porto di Mare.
LE AZIONI PER L’AREA VERDE
Per quanto riguarda l’area verde, la Giunta oggi ha approvato le linee di indirizzo per la concessione in uso a Italia Nostra, che la prenderà in gestione fino al 2022. Attraverso la struttura CFU – Centro Forestazione Urbana, l’associazione applicherà a Porto di Mare lo stesso modello di intervento sperimentato con successo al Boscoincittà, al Parco delle Cave (da ultimo la Cava Ongari-Cerutti) e al Parco Segantini, dove territori inizialmente in stato di abbandono (e talvolta con presenza di attività illecite) sono stati riqualificati, recuperati e resi fruibili in sicurezza.
La situazione ad oggi
Attualmente l’area verde abbandonata di Porto di Mare compresa nel Parco Agricolo Sud – una superficie di 650mila mq – può essere suddivisa in due ambiti differenti per caratteristiche ambientali, paesaggistiche e di utilizzo. Un primo ambito è la ‘ex discarica’ controllata, che deriva dal riempimento con rifiuti solidi urbani degli scavi del nuovo porto di Milano, la cui costruzione è iniziata alla fine degli anni ‘20. Oggi buona parte dell’area è utilizzata impropriamente come luogo di spaccio di stupefacenti e di abbandono incontrollato di rifiuti. Negli ultimi mesi l’Amministrazione ha realizzato una serie di interventi per la messa in sicurezza del cosiddetto ‘boschetto della droga’: pulizia superficiale, diradamento della vegetazione spontanea e predisposizione di un percorso che consenta alle Forze dell’Ordine di circolare facilmente e sorvegliare l’area.
Un altro ambito è costituito prevalentemente da una ampia superficie pianeggiante (detta ‘pratone’), che in seguito a frequenti allagamenti per risalita della falda ha assunto le caratteristiche di un’area umida. Nella porzione nord-ovest è presente inoltre un’area particolarmente degradata, per anni oggetto di occupazione abusiva da parte di alcuni grandi accampamenti, il cui sgombero è avvenuto nel 2014. Nonostante gli interventi di demolizione delle baracche e pulizia, sono ancora presenti, soprattutto nelle aree paludose, rifiuti e materiali che saranno rimossi. All’interno di questo ambito, tra il parco Cassinis e l’ex discarica, è presente un’altra prateria dalla caratteristica forma allungata e terminante con un’ampia curva, che si sta progressivamente coprendo di vegetazione arborea spontanea.
Gli interventi previsti
L’intervento concordato con Italia Nostra sull’intera area verde mira ad una serie di obiettivi, di breve e lungo termine. Nell’immediato, la presenza degli operatori garantirà un presidio costante e agirà da deterrente per attività illecite. Si lavorerà da subito per definire e realizzare tragitti carrabili (per la sorveglianza e le operazioni agro-forestali) e percorsi protetti per una fruizione controllata, se possibile anche nell’area ex discarica.
Oltre allo studio sulla morfologia dei suoli, saranno riqualificate e valorizzate le potenzialità naturalistiche dell’area, compresa la zona umida, e verranno definiti collegamenti ciclo-pedonali e di servizio con altre zone vicine, come Chiaravalle e il parco della Vettabbia.
Punto chiave dei processi di rigenerazione sarà il dialogo con la cittadinanza, attraverso attività organizzate, eventi, incontri e il coinvolgimento di risorse volontarie per operare in prima linea.
Molte le attività che saranno svolte nel quinquennio. Raccolta e smaltimento dei rifiuti superficiali, ripristino delle recinzioni mancanti, manutenzione delle aree verdi con sfalci periodici e dei boschi con un graduale diradamento, censimenti botanici e faunistici per consolidare e favorire la presenza di fauna selvatica (pozze per anfibi, cassette nido, rifugi per fauna minore), piantumazione di nuovi alberi, organizzazione di giornate di volontariato, visite guidate e incontri pubblici.
Nei 5 anni di lavoro il Comune darà un contributo complessivo a Italia Nostra di 950mila euro.
“L’intervento a Porto di Mare – sottolinea l’assessore all’Urbanistica, Verde e Agricoltura Pierfrancesco Maran – è un altro tassello del Piano Periferie avviato dall’Amministrazione. La riqualificazione delle aree è un progetto complesso, stiamo lavorando alla definizione di un piano urbanistico di lungo termine in grado di rigenerare il territorio nel rispetto della sua vocazione agricola. Ma nel frattempo vogliamo ripristinare la legalità e restituire le aree alla fruizione pubblica. Se da un lato insieme a Italia Nostra e alle Forze dell’ordine andremo a sanare una situazione insostenibile con un intervento di riqualificazione in un’area verde grande quasi quanto Parco Lambro, dall’altro vogliamo creare presidi di socialità per i cittadini, trasformando le attività abusive in luoghi di aggregazione e condivisione”.
LE AZIONI PER I FABBRICATI
Il secondo impegno dell’Amministrazione a Porto di Mare riguarda infatti il recupero e la rifunzionalizzazione dei fabbricati presenti nell’area che, nel 2013, è divenuta proprietà del Comune di Milano attraverso l’acquisizione delle vecchie aree portuali (mai completate) dal Consorzio del Canale Milano Cremona Po. In questi anni sono già state avviate le azioni finalizzate allo sgombero degli insediamenti abusivi, alle verifiche ambientali sullo stato di salubrità dei suoli, alla regolarizzazione di alcune attività produttive o sportive già presenti con contratti di locazione. A partire da settembre 2017, l’Amministrazione porrà in essere un’attività capillare di rimozione dell’amianto dalle coperture dei fabbricati.
Il bando per l’uso temporaneo
In attesa di concludere l’iter che definirà puntualmente la futura destinazione urbanistica delle aree, si vuole quindi rivitalizzare il territorio creando le condizioni per l’insediamento di nuove attività produttive, sociali e sportive. È online da oggi, sul sito del Comune (www.comune.milano.it/bandiportodimare) il bando indirizzato a soggetti privati, associazioni e fondazioni per l’assegnazione in uso temporaneo (per un periodo fino a 6 anni) di quattro particelle di territorio. Si tratta di fabbricati o edifici fino a poco tempo fa occupati abusivamente da società che non hanno voluto regolarizzare la propria posizione e tornati nelle disponibilità dell’Amministrazione dopo alcuni pronunciamenti giudiziari.
I soggetti interessati dovranno presentare al Comune, entro il 12 ottobre 2017, una proposta progettuale, completa di un piano per la messa in sicurezza e l’adeguamento dei fabbricati, per l’insediamento di attività orientate a garantire la coesione sociale, agevolare lo sviluppo di start-up legate al mondo della produzione, dell’innovazione, della creatività e dell’artigianato, nonché finalizzate a perseguire, ove permesso dalle condizioni ambientali, lo sviluppo della vocazione sportiva dell’area.
I fabbricati sono tutti situati attorno a via Fabio Massimo: tre di questi sono composti prevalentemente da capannoni e manufatti un tempo adibiti a uso produttivo e magazzino, mentre l’ultimo è allestito a centro sportivo, con campi da calcetto, tennis pallavolo e relativi servizi, in una posizione strategica a ridosso della metropolitana.
L’indagine per la valorizzazione dell’ex Karma
Parallelamente, l’Amministrazione avvia un’indagine esplorativa (www.comune.milano.it/avvisodiscotecaportodimare) per l’acquisizione di proposte per la valorizzazione dell’ex discoteca Karma, che ha cessato l’attività a maggio ed è anch’essa prossima a tornare nelle disponibilità dell’Amministrazione dopo un lungo contenzioso. Anche a fronte delle ripetute lamentele dei residenti del quartiere per il disturbo alla quiete causato dalla discoteca (peraltro non di rado teatro di episodi di violenza e criminalità), l’Amministrazione mira ora a destinare l’immobile ad attività artigianali, didattiche, culturali o ricreative. Le proposte per l’ex Karma, che dovranno prevedere un utilizzo per 3-6 anni, non saranno vincolanti ma potrebbero essere oggetto di consultazione pubblica, così da coinvolgere il quartiere nella scelta della soluzione più opportuna.
Le cascine
Questi interventi si aggiungono ad altri progetti di recupero insistenti sull’area di Porto di Mare. Il primo riguarda la riqualificazione di Cascina Nosedo, l’antica struttura rurale che, dopo anni di occupazioni abusive e il definitivo sgombero nel 2015, è destinata a diventare il punto di riferimento di un polo agricolo innovativo grazie al progetto OpenAgri finanziato dall’Unione Europea. Il secondo riguarda la Cascina Casottello, pronta a rinascere e trasformarsi in un centro culturale per il quartiere grazie a una convenzione d’uso per 15 anni stipulata con un operatore privato.
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