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L’arte che ‘riflette’…

di Silvia Pogliaghi
Riflettere è una voce verbale con diversi significati, uno di questi è sicuramente ‘considerare con attenzione’ oltre al altro significato di ‘rimandare un’immagine’. Bene, parto da qua: esaminare l’Arte con un’attenzione che forse non tutti conoscono , quella cioè di ,‘leggere l’Arte’ attraverso processi dinamici e neurali, ovverosia collegati alle informazioni dei codici bio psichici legati alla comunicazione visiva.
Difficile? No… spieghiamoci meglio: cercando inanzitutto ,di capire come funzionano i sistemi visivi e lo chiediamo a Nicola Colecchia, psicologo neurale, esperto nei sistemi dinamici e delle reti neurali applicate alle arti visive, direttore del laboratorio Synapticart [lab crossmediale dei sistemi visivi e polisensoriali].
Prof. Colecchia cosa sono i sistemi dinamici?
E’ la complessità a caratterizzare la nostra epoca ed è ancora all’insegna delle complessità che sorgono ‘interdiscipline’ come ad esempio la biofisica, la biomatematica, la robotica antropomorfa. Così anche l’arte contemporanea si ‘ibridizza’ e raggiunge forme di fusione che permette di farla vivere coi sensi e la globalità del corpo.
Siamo quindi alla ricerca – continua Colecchia – di ‘codici naturali’ talmente profondi da dover essere studiati da discipline scientifiche che si integrano a quelle umanistiche in una prospettiva evoluzionistica.
Con questo ‘taglio interdisciplinare’ che , appunto, Edelman – immunologo – ha scoperto l’origine della coscienza, un astrofisco come Barrow ha riscostruito la genesi del gusto estetico della specie umana e un biofisco come Altan ha individuato le basi della semantica nella dinamica degli automi cellulari.
Quindi i sistemi aperti che scambiano informazioni-energia con l’esterno che si definiscono sistemi dinamici, come si ‘innestano’ nell’universo Arte?
l’opera d’arte – spiega Colecchia – và intesa di per sè come ‘un sistema’ in continuo interscambio di informazioni autore-friutore ove oltre agli aspetti estetici diventa necessario individuare un ‘linguaggio comune’ e al di sotto di esso gli universali cognitivi dell’uomo e le sue forme espressive innate.”
E i neuroni specchio sono funzionali a queste forme espressive innate?
la scoperta dei neuroni specchio è una verifica empirica della classica teoria psicologica dell’empatia. Il trasferimento tecnologico di tale scoperta nell’ambito delle arti visive è produttivo solo per i video e non per le foto o i dipinti, tuttavia, il Prof. Vittorio Gallese e la Prof.ssa Alessandra Umiltà docenti del Dip. Di neuroscienze dell’Università di Parma, hanno recentemente condotto uno studio- esperimento sui tagli di Lucio Fontana scoprendo che essi presentavano tracce motorie della mano che taglia. Queste tracce – continua Colecchia – che io chiamo ‘indici dinamici’ attivano nell’osservatore le stesse risposte neurali dai tagli esibiti dalla mano. Questa ricerca, a mio avviso rappresenta un passo in avanti rispetto ai primi risultati di Giacomo Rizzolati ma ancora in nuce perchè non definisce compiutamente il format degli indici dinamici. In conclusione ritengo che l’opera d’arte non susciti solo risposte contemplative ma anche motorie -conclude Colecchia- .”
In buona sostanza, l’arte’riflette’, come detto nell’incipit… e oltre a vedere la nostra anima, come diceva George Bernard Show.. nelle Opere d’arte c’è anche parte della nostra mente.
Silvia Pogliaghi
www.nicolacolecchia.it http://www.synapticart.org/

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