• Senza categoria
  • 0

di Maria Lucia Caspani

LIBRO Inchiesta su “I signori del rating”

“I signori del rating. Conflitti di interesse e relazioni pericolose delle tre agenzie più temute dalla finanza globale” è un libro di inchiesta-denuncia sulle Agenzie di Rating, scritto da Paolo Gila, giornalista economico e Mario Miscali, giurista e docente universitario (Bollati Boringhieri 2012).

Il tema, di stringente attualità, è stato tratteggiato dagli autori con linguaggio accessibile e ben documentato.

Di più, è stato evidenziato che a Strasburgo è in calendario, proprio in questo periodo, una proposta di riforma comunitaria sul regolamento delle agenzie di rating.

La “trimurti” (il modo con cui gli estensori hanno ribattezzato le tre agenzie di rating più importanti) sono le tre grandi americane, Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch, che hanno imperversato sui mercati.

Fitch, letteralmente traduce “pelo di puzzola”, Moody’s “lunatico” e Standard & Poor’s si chiarisce da sé, hanno fatto il bello e il cattivo tempo con le loro AAA+.

Ora però sono incalzate dalla società cinese di rating Dagong che sta entrando con una certa autorevolezza e spezzerebbe il loro monopolio, magari calmierando gli impietosi giudizi di rating nei nostri confronti da ultimo emessi.

Infatti l’Unione Europea – ma anche gli Stati Uniti – sanno che gran parte dei terremoti politico-finanziari che li riguardano dipendono anche dalla valutazione delle agenzie di rating.

Dal loro giudizio sui debiti sovrani dipende di fatto il futuro degli Stati stessi, non solo economico, come viene spiegato nel libro.

Dunque l’idea di fondo della proposta comunitaria è quella di ridurre il potere delle agenzie stesse.

Gli autori hanno evidenziato i cinque pilastri per una seria riforma ed esattamente responsabilità, concorrenza, trasparenza, efficienza, indipendenza.

In primis, le agenzie di rating non devono, per la stessa credibilità delle loro valutazioni, avere conflitti di interessi all’interno dovuti a partecipazioni strategiche in operazioni finanziarie dei loro propri amministratori e azionisti con rilevanti interessi sui mercati.

Diversamente i “Signori del Rating” continueranno ad operare nell’ombra e a giocare con le economie mondiali.

In diverse occasioni le agenzie di rating penalizzano o avvantaggiano gli Stati in funzione di simpatie e di convenienze che nulla hanno a che fare con le economie ma tuttavia sono in grado di influenzarne andamenti ed esiti.

Il libro di Paolo Gila e Mario Miscali ripercorre la vicenda storica delle agenzie di rating alla luce degli avvenimenti che, negli ultimi anni, hanno portato sotto i riflettori queste temute istituzioni come, ad esempio, è stato possibile il granchio preso dalla trimurti con la banca d’affari Lehman Brothers?

Ricordiamo bene che agli inizi del settembre 2008 la famosa banca americana veniva considerata un’istituzione rock steady (solida come roccia) poi si è ritrovata, il 15 dello stesso mese, con tutti gli uffici svuotati, i dipendenti indaffarati a portar via scatoloni di effetti personali, come profughi colti alla sprovvista da un uragano devastante!

Con piglio competente e divulgativo, il giornalista e il docente universitario raccontano storie, osservazioni e numeri che faremmo bene a conoscere tutti e da vicino così come il monitoraggio di Adusbef – associazione di consumatori italiana – che per sei anni ha tenuto sott’occhio l’efficacia delle valutazioni della trimurti in relazione ai risultati conseguiti sul mercato da coloro cui venivano dati i voti.

Il risultato? “I rapporti delle agenzie di rating sono risultati sbagliati al 91% e la loro efficacia risulta pari al 9%”.

Il succo del discorso è chiarissimo: chi controlla i controllori?

di Maria Lucia Caspani

LIBRO Inchiesta su “I signori del rating”

“I signori del rating. Conflitti di interesse e relazioni pericolose delle tre agenzie più temute dalla finanza globale” è un libro di inchiesta-denuncia sulle Agenzie di Rating, scritto da Paolo Gila, giornalista economico e Mario Miscali, giurista e docente universitario (Bollati Boringhieri 2012).

Il tema, di stringente attualità, è stato tratteggiato dagli autori con linguaggio accessibile e ben documentato.

Di più, è stato evidenziato che a Strasburgo è in calendario, proprio in questo periodo, una proposta di riforma comunitaria sul regolamento delle agenzie di rating.

La “trimurti” (il modo con cui gli estensori hanno ribattezzato le tre agenzie di rating più importanti) sono le tre grandi americane, Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch, che hanno imperversato sui mercati.

Fitch, letteralmente traduce “pelo di puzzola”, Moody’s “lunatico” e Standard & Poor’s si chiarisce da sé, hanno fatto il bello e il cattivo tempo con le loro AAA+.

Ora però sono incalzate dalla società cinese di rating Dagong che sta entrando con una certa autorevolezza e spezzerebbe il loro monopolio, magari calmierando gli impietosi giudizi di rating nei nostri confronti da ultimo emessi.

Infatti l’Unione Europea – ma anche gli Stati Uniti – sanno che gran parte dei terremoti politico-finanziari che li riguardano dipendono anche dalla valutazione delle agenzie di rating.

Dal loro giudizio sui debiti sovrani dipende di fatto il futuro degli Stati stessi, non solo economico, come viene spiegato nel libro.

Dunque l’idea di fondo della proposta comunitaria è quella di ridurre il potere delle agenzie stesse.

Gli autori hanno evidenziato i cinque pilastri per una seria riforma ed esattamente responsabilità, concorrenza, trasparenza, efficienza, indipendenza.

In primis, le agenzie di rating non devono, per la stessa credibilità delle loro valutazioni, avere conflitti di interessi all’interno dovuti a partecipazioni strategiche in operazioni finanziarie dei loro propri amministratori e azionisti con rilevanti interessi sui mercati.

Diversamente i “Signori del Rating” continueranno ad operare nell’ombra e a giocare con le economie mondiali.

In diverse occasioni le agenzie di rating penalizzano o avvantaggiano gli Stati in funzione di simpatie e di convenienze che nulla hanno a che fare con le economie ma tuttavia sono in grado di influenzarne andamenti ed esiti.

Il libro di Paolo Gila e Mario Miscali ripercorre la vicenda storica delle agenzie di rating alla luce degli avvenimenti che, negli ultimi anni, hanno portato sotto i riflettori queste temute istituzioni come, ad esempio, è stato possibile il granchio preso dalla trimurti con la banca d’affari Lehman Brothers?

Ricordiamo bene che agli inizi del settembre 2008 la famosa banca americana veniva considerata un’istituzione rock steady (solida come roccia) poi si è ritrovata, il 15 dello stesso mese, con tutti gli uffici svuotati, i dipendenti indaffarati a portar via scatoloni di effetti personali, come profughi colti alla sprovvista da un uragano devastante!

Con piglio competente e divulgativo, il giornalista e il docente universitario raccontano storie, osservazioni e numeri che faremmo bene a conoscere tutti e da vicino così come il monitoraggio di Adusbef – associazione di consumatori italiana – che per sei anni ha tenuto sott’occhio l’efficacia delle valutazioni della trimurti in relazione ai risultati conseguiti sul mercato da coloro cui venivano dati i voti.

Il risultato? “I rapporti delle agenzie di rating sono risultati sbagliati al 91% e la loro efficacia risulta pari al 9%”.

Il succo del discorso è chiarissimo: chi controlla i controllori?

di Maria Lucia Caspani

LIBRO Inchiesta su “I signori del rating”

“I signori del rating. Conflitti di interesse e relazioni pericolose delle tre agenzie più temute dalla finanza globale” è un libro di inchiesta-denuncia sulle Agenzie di Rating, scritto da Paolo Gila, giornalista economico e Mario Miscali, giurista e docente universitario (Bollati Boringhieri 2012).

Il tema, di stringente attualità, è stato tratteggiato dagli autori con linguaggio accessibile e ben documentato.

Di più, è stato evidenziato che a Strasburgo è in calendario, proprio in questo periodo, una proposta di riforma comunitaria sul regolamento delle agenzie di rating.

La “trimurti” (il modo con cui gli estensori hanno ribattezzato le tre agenzie di rating più importanti) sono le tre grandi americane, Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch, che hanno imperversato sui mercati.

Fitch, letteralmente traduce “pelo di puzzola”, Moody’s “lunatico” e Standard & Poor’s si chiarisce da sé, hanno fatto il bello e il cattivo tempo con le loro AAA+.

Ora però sono incalzate dalla società cinese di rating Dagong che sta entrando con una certa autorevolezza e spezzerebbe il loro monopolio, magari calmierando gli impietosi giudizi di rating nei nostri confronti da ultimo emessi.

Infatti l’Unione Europea – ma anche gli Stati Uniti – sanno che gran parte dei terremoti politico-finanziari che li riguardano dipendono anche dalla valutazione delle agenzie di rating.

Dal loro giudizio sui debiti sovrani dipende di fatto il futuro degli Stati stessi, non solo economico, come viene spiegato nel libro.

Dunque l’idea di fondo della proposta comunitaria è quella di ridurre il potere delle agenzie stesse.

Gli autori hanno evidenziato i cinque pilastri per una seria riforma ed esattamente responsabilità, concorrenza, trasparenza, efficienza, indipendenza.

In primis, le agenzie di rating non devono, per la stessa credibilità delle loro valutazioni, avere conflitti di interessi all’interno dovuti a partecipazioni strategiche in operazioni finanziarie dei loro propri amministratori e azionisti con rilevanti interessi sui mercati.

Diversamente i “Signori del Rating” continueranno ad operare nell’ombra e a giocare con le economie mondiali.

In diverse occasioni le agenzie di rating penalizzano o avvantaggiano gli Stati in funzione di simpatie e di convenienze che nulla hanno a che fare con le economie ma tuttavia sono in grado di influenzarne andamenti ed esiti.

Il libro di Paolo Gila e Mario Miscali ripercorre la vicenda storica delle agenzie di rating alla luce degli avvenimenti che, negli ultimi anni, hanno portato sotto i riflettori queste temute istituzioni come, ad esempio, è stato possibile il granchio preso dalla trimurti con la banca d’affari Lehman Brothers?

Ricordiamo bene che agli inizi del settembre 2008 la famosa banca americana veniva considerata un’istituzione rock steady (solida come roccia) poi si è ritrovata, il 15 dello stesso mese, con tutti gli uffici svuotati, i dipendenti indaffarati a portar via scatoloni di effetti personali, come profughi colti alla sprovvista da un uragano devastante!

Con piglio competente e divulgativo, il giornalista e il docente universitario raccontano storie, osservazioni e numeri che faremmo bene a conoscere tutti e da vicino così come il monitoraggio di Adusbef – associazione di consumatori italiana – che per sei anni ha tenuto sott’occhio l’efficacia delle valutazioni della trimurti in relazione ai risultati conseguiti sul mercato da coloro cui venivano dati i voti.

Il risultato? “I rapporti delle agenzie di rating sono risultati sbagliati al 91% e la loro efficacia risulta pari al 9%”.

Il succo del discorso è chiarissimo: chi controlla i controllori?

di Maria Lucia Caspani

LIBRO Inchiesta su “I signori del rating”

“I signori del rating. Conflitti di interesse e relazioni pericolose delle tre agenzie più temute dalla finanza globale” è un libro di inchiesta-denuncia sulle Agenzie di Rating, scritto da Paolo Gila, giornalista economico e Mario Miscali, giurista e docente universitario (Bollati Boringhieri 2012).

Il tema, di stringente attualità, è stato tratteggiato dagli autori con linguaggio accessibile e ben documentato.

Di più, è stato evidenziato che a Strasburgo è in calendario, proprio in questo periodo, una proposta di riforma comunitaria sul regolamento delle agenzie di rating.

La “trimurti” (il modo con cui gli estensori hanno ribattezzato le tre agenzie di rating più importanti) sono le tre grandi americane, Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch, che hanno imperversato sui mercati.

Fitch, letteralmente traduce “pelo di puzzola”, Moody’s “lunatico” e Standard & Poor’s si chiarisce da sé, hanno fatto il bello e il cattivo tempo con le loro AAA+.

Ora però sono incalzate dalla società cinese di rating Dagong che sta entrando con una certa autorevolezza e spezzerebbe il loro monopolio, magari calmierando gli impietosi giudizi di rating nei nostri confronti da ultimo emessi.

Infatti l’Unione Europea – ma anche gli Stati Uniti – sanno che gran parte dei terremoti politico-finanziari che li riguardano dipendono anche dalla valutazione delle agenzie di rating.

Dal loro giudizio sui debiti sovrani dipende di fatto il futuro degli Stati stessi, non solo economico, come viene spiegato nel libro.

Dunque l’idea di fondo della proposta comunitaria è quella di ridurre il potere delle agenzie stesse.

Gli autori hanno evidenziato i cinque pilastri per una seria riforma ed esattamente responsabilità, concorrenza, trasparenza, efficienza, indipendenza.

In primis, le agenzie di rating non devono, per la stessa credibilità delle loro valutazioni, avere conflitti di interessi all’interno dovuti a partecipazioni strategiche in operazioni finanziarie dei loro propri amministratori e azionisti con rilevanti interessi sui mercati.

Diversamente i “Signori del Rating” continueranno ad operare nell’ombra e a giocare con le economie mondiali.

In diverse occasioni le agenzie di rating penalizzano o avvantaggiano gli Stati in funzione di simpatie e di convenienze che nulla hanno a che fare con le economie ma tuttavia sono in grado di influenzarne andamenti ed esiti.

Il libro di Paolo Gila e Mario Miscali ripercorre la vicenda storica delle agenzie di rating alla luce degli avvenimenti che, negli ultimi anni, hanno portato sotto i riflettori queste temute istituzioni come, ad esempio, è stato possibile il granchio preso dalla trimurti con la banca d’affari Lehman Brothers?

Ricordiamo bene che agli inizi del settembre 2008 la famosa banca americana veniva considerata un’istituzione rock steady (solida come roccia) poi si è ritrovata, il 15 dello stesso mese, con tutti gli uffici svuotati, i dipendenti indaffarati a portar via scatoloni di effetti personali, come profughi colti alla sprovvista da un uragano devastante!

Con piglio competente e divulgativo, il giornalista e il docente universitario raccontano storie, osservazioni e numeri che faremmo bene a conoscere tutti e da vicino così come il monitoraggio di Adusbef – associazione di consumatori italiana – che per sei anni ha tenuto sott’occhio l’efficacia delle valutazioni della trimurti in relazione ai risultati conseguiti sul mercato da coloro cui venivano dati i voti.

Il risultato? “I rapporti delle agenzie di rating sono risultati sbagliati al 91% e la loro efficacia risulta pari al 9%”.

Il succo del discorso è chiarissimo: chi controlla i controllori?

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento