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Marc Chagall la prima grande retrospettiva per la prima volta a Milano 1908 – 1985

E’ stata presentata oggi a Palazzo Reale la mostra “Marc Chagall. Una retrospettiva 1908-1985”, in programma dal 17 settembre 2014 al 1° febbraio 2015. Promossa dal Comune di Milano-Cultura, l’esposizione è organizzata e prodotta da Palazzo Reale, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, Arthemisia Group, GAmm Giunti, ed è curata da Claudia Zevi con la collaborazione di Meret Meyer.

“Questa mostra è un viaggio a tappe nella storia, che accompagna il visitatore a percepire la molteplice identità, poetica e artistica, della cultura europea: per questo la retrospettiva dedicata a Chagall è uno degli appuntamenti più importanti di ‘Milano Cuore d’Europa’, il palinsesto che animerà la vita culturale milanese durante l’autunno 2014, dedicato all’Europa e alla centralità del ruolo che la nostra città ha sempre avuto nella costruzione dello spirito unitario europeo – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno – Con opere provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, tra le quali molti capolavori, questa mostra intende ripercorre una mappa non solo geografica, ma soprattutto artistica e spirituale complessa e caleidoscopica, che sta a fondamento dell’originale ‘profilo apolide’ dell’artista”.

La mostra partecipa a Milano Cuore d’Europa, il palinsesto culturale multidisciplinare dedicato all’identità europea della nostra città anche attraverso le figure e i movimenti che, con la propria storia e la propria produzione artistica, hanno contribuito a costruirne la cittadinanza europea e la dimensione culturale.

L’esposizione, che si aprirà il 17 settembre a Palazzo Reale, è la più grande retrospettiva degli ultimi 50 anni mai dedicata in Italia a Marc Chagall, con oltre 220 opere – prevalentemente dipinti, a partire dal 1908, data in cui Chagall realizzò le sue prime opere dal grande Nudo rosso del 1909, fino alle ultime, monumentali opere degli anni ‘80 – che guideranno i visitatori lungo tutto il percorso artistico di Marc Chagall, accostando, spesso per la prima volta, opere ancora nelle collezioni degli eredi, e talvolta inedite, a capolavori provenienti dai maggiori musei del mondo, quali il MoMa, il Metropolitan Museum di New York, la National Gallery di Washington, il Museo Nazionale Russo di S. Pietroburgo, il Centre Pompidou, oltre a 50 collezioni pubbliche e private che hanno generosamente collaborato.

All’interno di un rigoroso e completo percorso cronologico, la mostra si articolerà in sezioni, partendo dalle opere degli esordi realizzate in Russia; durante il primo soggiorno francese, e il successivo rientro in Russia fino al 1921; con l’autobiografia scritta da Chagall al momento del suo definitivo abbandono della Russia, si aprirà il secondo periodo del suo esilio, prima in Francia e poi, negli anni ’40 a causa del nazismo, in America dove vivrà anche la tragedia della morte dell’amatissima moglie Bella; con il rientro in Francia e la scelta definitiva di stabilirsi in Costa Azzurra Chagall ritroverà il suo linguaggio poetico più disteso, rasserenato dai colori e dall’atmosfera del Midi.
Lungo il percorso espositivo i visitatori avranno modo di capire come fu possibile che Chagall, pur vivendo in un perenne esilio, non abbia mai perso quel filo rosso che gli tenne sempre nel cuore il bimbo che era stato; come seppe mantenere intatta, attraverso il tempo e le vicissitudini terribili che attraversarono la sua esistenza, la forma dello stupore, la gioia della meraviglia di fronte alla natura e all’umanità e, insieme ad esse, la fiducia di credere e di provare in tutti i modi a costruire un mondo migliore.
E ancora scopriranno la sua originalissima lingua poetica, nata dall’assimilazione delle tre culture cui appartiene: la cultura ebraica (dalla cui tradizione visiva dei manoscritti ornati egli trae gli elementi espressivi, non prospettici a volte mistici della sua opera); la cultura russa (cui attinge sia attraverso le immagini popolari dei luboki che attraverso quelle religiose delle icone); la cultura occidentale (in cui assimila grandi pittori della tradizione, da Rembrandt come gli artisti delle avanguardie che frequenta con assiduità).

La sua arte viene a costituire una sorta di metissage fra le culture e le tradizioni e nella volontà di fare della contaminazione un valore, dell’opera d’arte un linguaggio in grado di esprimere alcuni interrogativi a tutt’oggi irrisolti dall’umanità, sta la radice fondamentale della sua modernità.

Dopo Milano, dal 27 febbraio al 28 giugno 2015, in virtù di un consolidato rapporto di cooperazione culturale tra Palazzo Reale di Milano e il Musées royaux des Beaux-Arts de Belgique iniziato nel 2009, la mostra di trasferirà in quest’ultima prestigiosa struttura a Bruxelles.

Materiali stampa: http://bit.ly/V2FUXD

Info e prenotazioni: www.mostrachagall.it
Tel: 02 54911; http://www.ticket.it/chagall

LE SEZIONI

SALA 1
Marc Chagall
Una retrospettiva, 1887-1985
Dalle Memorie inedite riscoperte in occasione di questa esposizione, nasce l’immagine di uno Chagall pittore e uomo complesso, la cui vena poetica e favolistica “fra cielo e terra” nasce e si rafforza durante gli anni di esilio, senza mai rinnegare le proprie origini russo-ebraiche e tuttavia senza estranearsi da una realtà storica in cui confluiscono tutte le tragedie del ‘900.
Questa sarà la storia che le 220 opere di questa mostra andranno a raccontare.

SALA 2
1907- 1914
Le prime opere russe e il viaggio a Parigi
Dopo avere studiato a S. Pietroburgo nell’atelier di Bakst, il giovane pittore, poco più che ventenne, parte da Vitebsk per Parigi. Qui scopre il linguaggio delle avanguardie francesi che rielabora alla luce delle immagini che gli provengono dalla tradizione popolare russa ed ebraica.

SALA 3
1914-1919
Il rientro in Russia
Rientrato a Vitebsk per sposare Bella, egli non potrà più tornare in Occidente a causa dello scoppio della prima guerra mondiale.
La casa natale, la famiglia – le presenze affettuose che hanno costituito il mondo di Chagall bambino – sono i soggetti che compaiono adesso nei suoi dipinti.
Su tutte prevarrà però l’immagine di Bella raffigurata spesso in opere che rappresentano coppie di amanti.

SALA 4
1920-1921
Il viaggio a Berlino e ‘Ma vie’
La scelta di scrivere, appena trentenne, la propria autobiografia coinciderà con la fuga di Chagall

dalla Russia e con il suo soggiorno berlinese. L’incontro con il gallerista Paul Cassirer segnerà la scoperta dell’importanza della grafica. In ‘Ma vie’ egli prosegue con questa nuova tecnica una riflessione formale sull’attività grafica e sul disegno già iniziata in Russia al tempo del teatro.

SALA 5
1914-1919
La raffigurazione del mondo ebraico
Chagall racconterà per tutta la vita il mondo ebraico delle sue origini. Ai grandi ritratti di vecchi ebrei si affiancano nel tempo le diverse versioni dell’ebreo in volo sopra Vitebsk tra cui quella del 1914 proveniente da Toronto mai più esposta negli ultimi 50 anni. Particolarmente interessante il bozzetto del ‘Rabbino con cedro’ affiancato al dipinto realizzato successivamente.
SALA 6
1915-1917
L’amore per Bella
L’immagine di Bella sarà la figura prevalente nei capolavori del periodo russo, che, apparentemente realistici nella resa pittorica, narrano la favola di un amore realizzato e di una vita domestica intrisa di felicità.

SALA 7 e 8
1919-1920
Chagall e il teatro
Anche Chagall sarà travolto dall’entusiasmo per la rivoluzione russa fino a essere eletto commissario del popolo a Vitebsk.
Proprio in questi anni egli svilupperà la sua vena creativa a confronto con i grandi miti del teatro russo come Gogol.
Questo interesse culminerà nell’incontro fondamentale con il teatro ebraico: Chagall ne sarà l’interprete, il regista, il coordinatore e trasformerà in immagini l’aspetto più caratteristico della cultura ebraica: il senso dell’humour.

SALA 9
1923-1931
Il rientro in Francia
Chagall rientra a Parigi dove, a La Ruche, non trova più nulla delle sue cose: l’atelier è svuotato, i quadri sono scomparsi. Tuttavia, dopo i difficili anni della rivoluzione sovietica, la riscoperta delle luci e dei fiori della Francia lo colma di gioia. L’attenzione del pittore si rivolge ora allo studio dei classici, tra cui soprattutto Rembrandt. Attraverso una serie di grandi ritratti l’artista si confronta a tutto campo con i grandi pittori della tradizione classica occidentale.

SALA 10
1926-27
Le favole de La Fontaine
Il ciclo delle gouaches delle Favole di La Fontaine, che nasce dal fortunato incontro con il grande editore e gallerista Vollard, è uno degli esempi più stupefacenti della vitalità creativa di Chagall in questo periodo. In esse l’artista si confronta con l’autore classico della letteratura novellistica francese e, contemporaneamente, affronta, con le fiabe, un tema particolarmente caro alla cultura russa.
Ne nascerà una serie di opere dal carattere arditamente originale che, in mostra, saranno affiancate da una voce recitante che racconterà alcune fiabe.

SALA 11
1925-1931
I fiori di Francia
La luce di Francia, la sua campagna soleggiata, i fiori, si riflettono nelle opere gioiose di questo periodo che sarà segnato anche dal breve sodalizio intellettuale con il mondo surrealista.
La raffigurazione delle finestre come limite tra interno ed esterno, come punto di passaggio tra il mondo interiore, emozionale, e quello esterno, naturale, saranno caratteristiche di questo periodo.

SALA 12
1931-1947
Venti di guerra
Già a partire dai tardi anni ‘20 appare evidente la percezione da parte dell’artista dell’addensarsi delle nubi minacciose che incombono sul suo popolo. I colori si scuriscono, le ombre aumentano, compaiono le effigi tragiche del Cristo crocefisso e della Madonna, accostate a quelle dell’Ebreo in fuga e del Rabbino che fugge cercando di salvare i rotoli della Torà.
Nel 1939 Chagall è costretto all’esilio. Negli Stati Uniti, dove trova rifugio, dovrà ancora sopportare il lutto terribile dell’improvvisa scomparsa di Bella, la compagna della sua vita.

SALA 13
1943- 1966
Chagall e la musica
Anche durante la guerra l’arte rimane per Chagall la risorsa estrema che lo salverà dalla disperazione. L’incontro con la musica e le commissioni per i balletti di Aleko di Rachmaninoff e per l’Uccello di fuoco di Stravinsky, finiranno per rendere concreta attività la grande passione della sua vita per la musica.
Negli anni sessanta arriveranno, poi, le commesse monumentali per opere pubbliche, affreschi, mosaici e vetrate e, soprattutto, quelle per l’Opera Garnier di Parigi o per il Lincoln Art Center del Metropolitan Theater di New York.

SALA 14
1946-1951
Il rientro in Francia
Subito dopo la guerra compaiono grandi dipinti di animali dalla pregnanza mitologica che riprendono alcune immagini archetipe della cultura ebraica. Grandi rappresentazioni di mucche, di pendole con le ali, di galli. In particolare, la figura del gallo ricorda Kaparot, il sacrificio ebraico di espiazione durante il quale, alla vigilia della festività di Yom Kippur, viene sacrificato un gallo, che assume simbolicamente su di sé tutte le colpe della comunità.

SALA 15
1951- 1975
Gli anni di Nizza
Chagall è ormai un artista di successo, il Museum of Modern Art di New York e gli altri grandi musei del mondo gli hanno dedicato mostre monografiche ed egli sente il suo rientro in Francia come finalmente definitivo. Accanto alla seconda moglie Vava egli sembra ritrovare una rinnovata felicità creativa che porta con sé nuovi colori, nuove tecniche, nuove immagini, come quelle degli innamorati fluttuanti nel cielo di St. Paul de Vence.
Il differenziarsi del linguaggio formale di Chagall attraverso scelte sempre più complesse, tra cui l’uso dei collages come opere d’arte a sé stanti, ma anche come bozzetti per grandi dipinti verrà esemplificato qui in modo inedito.

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