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Apocalisse dei Maya o Apocalisse di San Giovanni?

di Maria Lucia Caspani

Apocalisse dei Maya o Apocalisse di San Giovanni?
Auditorium e Galleria San Fedele, Mercoledì 19 dicembre 2012, Ore 18.30 Inaugurazione installazione site specific di Jannis Kounellis
Ore 20.00 Dibattito e spettacolo musicale “Per la fine dei tempi”

Il Centro Culturale e la Galleria San Fedele di Milano insieme alla Fondazione Gioventù Musicale d’Italia in collaborazione con il Conservatorio G. Verdi di Milano, organizzano un evento multidisciplinare per esplorare il senso dell’apocalisse nel nostro tempo.

Il tema dell’Apocalisse verrà riletto attraverso le arti visive, con un’installazione site specific di Jannis Kounellis, un reading-dibattito condotto da Salvatore Natoli e Bartolomeo Sorge, un concerto di musica elettronica e strumentale con opere di Jonathan Harvey, di Olivier Messiaen, e una prima esecuzione a cura del Dipartimento di Musica e Nuove Tecnologie del Conservatorio di Milano.

L’installazione di Jannis Kounellis alla Galleria San Fedele
Per meglio argomentare una problematica così complessa si è dunque pensato di elaborare il concetto in termini figurativi con la presenza di un’opera site specific realizzata per la Galleria San Fedele. Il progetto, a cura di Andrea Dall’Asta SJ, Pietro Bellasi, Bruno Corà e Stefano Sbarbaro, prevede la realizzazione di un’installazione di Jannis Kounellis, di grande impatto e suggestione, capace di dare forma alle diverse problematiche di carattere biblico e teologico.

Con l’opera SENZA TITOLO (Svelamento – 2012), l’artista di origine greca interpreta in modo personale il tema dell’Apocalisse. Fine dei tempi o rivelazione di un nuovo tempo? Termine che designa la catastrofe definitiva della storia o svelamento di una “nuova” storia? Sono queste le domande all’origine dell’installazione di Kounellis. L’opera è costituita da un grande sacco appeso con una corda a una trave sospesa al soffitto della Galleria San Fedele. Il suo contenuto non è visibile ma è rivelato dal peso che l’oggetto esercita sul tessuto. Una grande croce al suo interno preme infatti sulla tela, rendendo percepibile la sua presenza all’osservatore e manifestandone la sagoma. Il telo del sacco è teso, quasi portasse un carico che non può sopportare a lungo. La tela sembra sul punto di strapparsi. Il suo involucro appare destinato a essere lacerato dagli spigoli vivi dei bracci di legno.

Dibattito con Salvatore Natoli e Bartolomeo Sorge
Nel corso della storia si susseguono sistematicamente annunci di grandi catastrofi in relazione a calcoli esoterici o date simboliche, come ad esempio l’Apocalisse dei Maya prevista per il 21 dicembre del 2012. Ben diverso è invece il senso originario di “Apocalisse”, termine greco che, in ambito giudeo-cristiano designava l’azione del “togliere ciò che copre o nasconde”. Dunque: scoprire e svelare. In particolare, Apokalypsis è il titolo dell’ultimo libro del Nuovo Testamento e si riferisce alla rivelazione della Gerusalemme Celeste, la città di Dio che scende dall’alto. È un testo di consolazione e di speranza, tutt’altro che una lugubre previsione di sciagure e disgrazie. Saranno questi i temi che il filosofo Salvatore Natoli e il teologo Bartolomeo Sorge SJ analizzeranno nei loro interventi che precederanno i contributi musicali della serata.

Concerto: Olivier Messiaen e musiche elettroniche
Il Progetto musicale, che ha preso corpo dall’incontro della rassegna San Fedele Musica “Musica a più dimensioni” stagione 2012/13 curata da Antonio Pileggi SJ con il Progetto Sinestesia della Fondazione Gioventù Musicale d’Italia, prevede il Quatuor pour la fin du temps di Olivier Messiaen, capolavoro della letteratura musicale da camera del ‘900, con il quale si è voluto argomentare, attraverso un approccio multidisciplinare, una attenta riflessione sul tema. Il concerto che seguirà il dibattito si svolgerà sempre nell’Auditorium del Centro Culturale San Fedele, si articola in due parti. In un primo momento, con l’ascolto di due opere di musica elettronica: Mortuos plango vivos voco dell’inglese Jonathan Harvey e la prima esecuzione assoluta di un brano realizzato in occasione dalle classi di composizione del Dipartimento di Musica e Nuove Tecnologie del Conservatorio di Milano. La serata si concluderà con l’esecuzione del Quatuor pour la fin du temps di Olivier Messiaen scritto nel 1941 in un campo di concentramento nazista della Slesia ed eseguito per la prima volta in un’ala di questo campo il 15 gennaio 1941 da Messiaen al pianoforte ed altri tre musicisti, assieme a lui prigionieri di guerra. Il Quartetto si ispira a un passaggio dell’Apocalisse caro a Messiaen: l’angelo che annuncia la fine del tempo. Si articola in otto movimenti: 7 è il numero perfetto, l’ottavo brano è fuori dal tempo e prolunga in eterno il riposo del settimo giorno del libro della Genesi. Il compositore francese si sofferma soprattutto sull’aspetto della cessazione del tempo con la venuta di Cristo glorioso. Ai giovani musicisti dell’Ensemble Sinestesia GMI, formazione cameristica al suo debutto nata con l’obiettivo di indagare i rapporti tra la musica e altre manifestazioni artistiche e forme del sapere, il compito di affrontare una delle partiture più complesse del repertorio musicale del 900. Il progetto sinestesia, e la realizzazione dell’ensemble, nasce da un’idea di Stefano Sbarbaro accolta dalla Gioventù Musicale.

PROGRAMMA DETTAGLIATO:

– Galleria san Fedele
ore 18,30: Inaugurazione installazione di Jannis Kounellis Senza titolo (Svelamento – 2012)

– Auditorium San Fedele
ore 20.00: inizio dibattito e spettacolo musicale
– interventi di Salvatore Natoli e Bartolomeo Sorge
– Jonathan Harvey Mortuos plango vivos voco per nastro magnetico
– Opera commissionata da GMI al Dipartimento di Musica e Nuove Tecnologie del Conservatorio di Milano (prima esecuzione assoluta)
– Olivier Messiaen Quatour pour la fin du temps (clarinetto, violino, violoncello e pianoforte)

ingresso libero

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