Al Senato della Repubblica e a Montecitorio si parla di Donne e Cancro: prima e dopo

di Silvia Pogliaghi

Nei giorni scorsi,Roma è stata la capitale delle Donne: si sono tenuti infatti, due importanti convegni che avevano come tema comune il cancro al seno
A Montecitorio, il 12 settembre si è svolto il Convegno “Il reinserimento nel mondo lavorativo e sociale delle donne operate al seno” – Risultati dello studio su 1442 donne condotto da AUSL Bologna e Associazione Onconauti .Onconauti si definiscono persone che, terminati i trattamenti per una malattia oncologica, hanno iniziato il lungo viaggio verso la guarigione. Negli Stati Uniti vengono chiamati Cancer Survivor. L’Associazione Onconauti, con sede principale a Bologna, ha infatti come mission, il promuovere cambiamenti delle abitudini e degli stili di vita degli Onconauti al fine di favorire uno stato di benessere mente-corpo e una possibile riduzione del rischio di recidive.

Stefano Giordani, direttore scientifico dell’Associazione Onconauti ha esposto la relazione conclusiva dello studio: 1578 le donne selezionate ( negli anni 2011-2012) età media 52 anni, 841 quelle che hanno accettato di rispondere al questionario, 540 quelle occupate al momento dell’intervento, 95% erano donne italiane, 75% diplomate o laureate, 78% sposate, 219 rientrate al posto di lavoro con disturbi fisici e psicologici, 37 donne non rientrate al posto di lavoro. Lo studio ha permesso l’identificazione dei principali fattori ‘predittivi’, o ‘indici di fragilità’ delle problematiche di non rientro al lavoro: la necessità di trattamenti più mutilanti costituisce fattore predittivo importante, ‘il vivere da sola’ è indice di fragilità, in misura maggiore per le divorziate rispetto alle vedove, e inoltre sono sintomi di fragilità, ulteriori trattamenti chemioterapici, disturbi fisici prima della diagnosi e disturbi psicologici dopo i trattamenti (dolori, fatigue, depressioni), assenza prolungata dal posto di lavoro e età superiore ai 55 anni. Questi fattori predittivi sono meno accentuati nelle donne con istruzione superiore, e minori anche in donne che svolgevano lavori di tipo impiegatizio piuttosto che lavori da operaia. In conclusione, il rientro al lavoro per donne operate di cancro al seno è risultato problematico e lo studio ha rilevato che ad un anno dal rientro i sintomi di malattia cronica persistevano.
Ciò ha delineato l’importanza di un programma riabilitativo personalizzato – ha illustrato il Prof. Giordani – fatto di alleanze: cittadino, struttura puubblica e centro, comunità o casa della salute che possa promuovere sani stili di vita, per poter contrastare i disturbi fisici e psichici e– conclude Giordani – la conseguente disabilità che colpisce il 50 % delle donne che rientrano al lavoro dopo un intervento al seno.
Ulteriori dati scientifici promuovono il ‘ritorno al ben essere’ con l’intervento di programmi di riabilitazione che passa anche attraverso la promozione della cultura, migliorando gli stili di vita e il benessere, può quindi facilitare il reinserimento lavorativo. Yoga, Alimentazione, arteterapia, come riabilitazione oncologica integrata, supporto psicologico per le donne operate e per i famigliari, il recupero di una buona immagine di sé attraverso trattamanti cosmetici specifici costituisce un primo passo verso il benessere.
Lo sport e l’esercizio fisico inoltre, dovrebbe costituire parte integrante della ricetta del medico – afferma il Prof. Luca Maria Neri del Dip. di Morfologia , Chirurgia e Medicina Sperimentale dell’Università di Ferrara.
Il convegno è stato patrocinato da Associazione Onconauti, Società SIMLII, Associazione Nazionale Medici D’Azienda, Fare Rete InnovAzione BeneComune, Federfarma e dalla Camera dei Deputati, alla presenza di Paola Boldrini – componente della XII Commissione Affari Sociali e Sanità della Camera dei Deputati, che ha auspicato in una riabilitazione basata sulla necessità di migliorare l’efficienza fisica e ritrovare la propria identità
Il giorno successivo, 13 settembre al Senato della Repubblica ONDA – Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna – ha portato l’attenzione sul TEST BRCA : Call to Action per la prevenzione e cura del carcinoma ovarico e alla mammella. Si è parlato del test che consente di identificare una specifica mutazione genetica che aumenta la probabilità di ammalarsi di cancro al seno o all’ovaio fino all’80 % e tuttavia, dal convegno, è emerso che viene proposto solamente a 6 donne su 10 e dopo la diagnosi di cancro a 1 donna su 3. Il messaggio di attenzione sull’argomento è stato lanciato da Onda e dalle Associazioni di Donne e patrocinato da Sigu- Società Italiana di Genetica Umana, Fondazione Aiom, l’Associazione Italiana di Oncologia Medica, Acto Onlus, l’ Alleanza Contro il Tumore Ovarico, aBrcAdaBrA Onlus, Associazione Senonetwork Italia Onlus e Anisc, l’Associazione Nazionale Italiana Senologi Chirurghi.
Il forte auspicio è quello, soprattutto quando si parla di prevenzione, è che dalle parole si passi ai fatti.

Nella foto: Convegno a Montecitorio 12.09.2017 -Paola Boldrini, componente della XII Commissione Affari Sociali e Sanità della Camera dei Deputati – Francesca Bagni Cipriani, Consigliera Nazionale di Parità – Maria Luisa Gnecchi, Componente della XI Commissione Lavoro Pubblico e Privato della Camera dei Deputati – Antonello Aurigemma, Vice Presidente VII Commissione Politiche Sociali e Salute della Regione Lazio – Roberta Bonfiglioli, Rappresentante SIMLII Societa Italiana medicina del Lavoro e igiene Industriale. Mario Pappagallo Moderatore

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