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2013, NOI CITTADINI D’EUROPA

di Maria Lucia Caspani

2013. Noi, cittadini d’Europa – “Stato, Regioni, Province, Città Metropolitane e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio della sussidiarietà” (art. 118 della Costituzione italiana)
Nel quadro dell’Alleanza europea per “l’Anno dei cittadini 2013”, le principali organizzazioni e associazioni della società civile in Italia hanno creato una rete allo scopo di scambiare buone pratiche, coordinare le attività che saranno svolte durante l’anno, facilitare il dialogo fra i cittadini e le istituzioni, avviare azioni di sostegno per le iniziative che saranno realizzate utilizzando gli strumenti previsti dall’articolo 11 del Trattato di Lisbona, predisporre delle proposte da sottoporre alla Commissione europea, al Parlamento europeo e al governo italiano in vista della presidenza semestrale del 2014 (1° luglio-31 dicembre 2014).

In Italia più che in altri paesi esistono ostacoli da superare per passare dalla nozione teorica di cittadinanza attiva a un’effettiva partecipazione alla gestione dei beni comuni, nonostante l’introduzione nella costituzione dell’articolo 118 che ha sancito il principio di due forme avanzate di sussidiarietà; quella verticale fra cittadini e istituzioni e quella orizzontale nella sua dimensione della solidarietà e del volontariato.

Le organizzazioni e associazioni che partecipano alla rete italiana si impegnano a:

– Diffondere l’informazione fra i cittadini italiani, fra i cittadini europei residenti in Italia e fra i cittadini di paesi terzi sui vantaggi concreti per studenti, lavoratori, consumatori e imprenditori derivanti dalle norme europee, renderli consapevoli dei loro diritti, aiutarli a utilizzare gli strumenti della democrazia partecipativa. La rete intende impegnarsi per far avanzare in Italia l’attuazione di una legge sulla cittadinanza che abbia al suo centro il principio dello ius soli e il diritto di elettorato attivo e passivo dei cittadini di paesi terzi nelle elezioni locali.

– Sollecitare i poteri pubblici, a livello politico e amministrativo, a rafforzare la cultura della trasparenza, della consultazione e del dialogo strutturato anche attraverso la creazione di forum tematici e l’organizzazione di “agora dei cittadini” all’interno delle assemblee legislative nazionali e regionali sul modello delle “agora” organizzate dal Parlamento europeo e delle consulte europee esistenti in alcune regioni italiane. La rete intende fare uso dello strumento dei mediatori che esistono in Italia solo a livello regionale e che in futuro dovranno organizzarsi con funzioni di coordinamento e raccordo anche a livello nazionale conformemente a quel che avviene nella maggioranza dei paesi europei.

– Garantire l’applicazione in Italia della Convenzione di Aarhus per il diritto di accesso e consultazione sulle questioni ambientali e del Codice di buone prassi per la partecipazione civile nel processo decisionale adottato dalla Conferenza delle OING.

– Partecipare attivamente alle iniziative europee sia durante l’anno sia per dare attuazione agli orientamenti e alle proposte che ne costituiranno il follow up operativo. Intende fin d’ora agire affinché la Commissione europea elabori e approvi rapidamente un Libro Bianco sull’applicazione dell’articolo 11 del Trattato di Lisbona e affinché sia avviata un’iniziativa dei cittadini europei per lo statuto dell’associazione europea e per l’adozione di un atto legislativo di carattere generale in applicazione degli articoli del Trattato sulla non discriminazione e sui servizi di interesse generale.

La rete delle organizzazioni e associazione italiane è consapevole della necessità di sfruttare appieno le potenzialità del Trattato di Lisbona ma è altresì convinta che la crisi economica e sociale richieda un salto rapido in avanti verso un’unione politica secondo un modello costituzionale federale che abbia al suo centro una democrazia sopranazionale rappresentativa e partecipativa. In questo spirito la rete italiana intende contribuire all’azione delle forze politiche, economiche, sociali e culturali in Italia e in Europa che chiedono l’avvio di un processo di revisione costituzionale del Trattato di Lisbona in tempo utile prima delle elezioni europee del giugno 2014. Si impegnano collettivamente a riflettere sugli esempi più avanzati di democrazia partecipativa tenendo conto dell’esperienza – secondo la rete insoddisfacente – della consultazione della società civile durante le Convenzioni sulla Carta dei diritti e sulla Costituzione europea ma ispirandosi a formule di dialogo e consultazione strutturato come quello che è stato adottato in Islanda per la revisione della Costituzione o l’azione francese Grenelle Environnement o le Piattaforme di cooperazione esistenti a livello nazionale o locale o gli esempi di bilancio partecipativo. fonte: CComunicazioni

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