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La Milano che vogliamo. Prima di tutto senza amianto!

A tutti i cittadini della regione Lombardia. Pro memoria per l’autocensimento.

La L.R. 14 del 31.07.2012 ha introdotto la sanzione amministrativa da € 100 a € 1.500 per i soggetti proprietari pubblici e privati che non effettuano il censimento. Gli interessati hanno tempo fino al 30 gennaio 2013 per provvedere alla comunicazione senza incorrere nelle sanzioni. E’ stata insomma rivitalizzata la Delibera Giunta Regione Lombardia n. 8/1526/2005 in cui si stabilisce il censimento obbligatorio della presenza di amianto.
Tale delibera approvava anche il Piano Regionale Amianto Lombardia (PRAL) il quale prevede l’obbligo da parte dei proprietari di immobili di comunicare all’ASL Dipartimento di Prevenzione Medica i dati relativi alla presenza di amianto.
Per raggiungere l’obiettivo della corretta eliminazione dell’amianto sono state previste alcune azioni preliminari tra cui il CENSIMENTO di tutte le strutture ed edifici che possono ancora oggi contenere amianto, attraverso l’AUTONOTIFICA.
Ora la richiamata legge regionale ha introdotto la sanzione amministrativa da € 100 a € 1.500 per i soggetti proprietari pubblici e privati che non effettuano il censimento. Gli interessati hanno tempo fino al 30 gennaio 2013 – ripeto – per provvedere alla comunicazione senza incorrere nelle sanzioni.

1. COME EFFETTUARE L’AUTONOTIFICA
La Regione Lombardia ha previsto che il censimento avvenga attraverso l’auto notifica da parte dei proprietari, (o aventi titolo) degli immobili interessati. Il modulo è da consegnare al Dipartimento di Prevenzione Medica della ASL di competenza.

2. DOVE SI PUÒ TROVARE L’AMIANTO
Particolarmente utilizzato nell’edilizia, l’amianto si può trovare in manufatti come lastre per le coperture, pannelli di controsoffittatura, canne fumarie, tubazioni, cassoni per l’acqua, pavimenti in vinyl-amianto-linoleum, oltre che in matrice friabile come coibente di tubazioni, caldaie e impianti idraulici, guarnizioni di vecchie caldaie.

3. VALUTAZIONE DELLO STATO DI CONSERVAZIONE DELLE COPERTURE IN CEMENTO-AMIANTO
In presenza di coperture in cemento-amianto, i proprietari od aventi titolo, oltre all’auto notifica dovranno provvedere alla valutazione della stato di conservazione del cemento-amianto con l’applicazione dell’ “Indice di Degrado (ID)” contenuto nella D.d.g. 13237 del 18.11.2008 “Approvazione del protocollo per la valutazione dello stato di conservazione delle coperture in cemento amianto”, condotta attraverso l’ispezione del manufatto in osservanza e secondo i criteri disposti dal medesimo provvedimento regionale, procedendo conseguentemente alla valutazione del risultato ed all’attuazione di tutti gli interventi necessari in relazione alle perizie tecniche ottenute.

4. DOVE RIVOLGERSI PER RIMUOVERE L’AMIANTO
Per rimuovere coperture e materiali in cemento amianto è obbligatorio rivolgersi a un’impresa di bonifica, iscritta all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali. L’impresa di bonifica ai sensi del D.Lgs. 81/2008 art. 256, predisporrà uno specifico piano di lavoro notificato all’ASL. Le imprese adottano tutte le misure di prevenzione e protezione per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori sul luogo di lavoro e la protezione per l’ambiente esterno. L’impresa provvederà altresì all’espletamento di tutte le procedure amministrative per il trasporto (registri di carico e scarico, formulari di trasporto), garantendo il corretto smaltimento.

COMITATO NAZIONALE AMIANTO Eppur si muore

1. Una trascurata emergenza ambientale. Quello che non ci dicono.

A distanza di venti anni dalla Legge 27 marzo 1992 n. 257 “Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto”, che vieta nel nostro Paese l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di manufatti in amianto, nonostante il susseguirsi di decreti attuativi e circolari esplicative su come gestire il pericolo Eternit nei manufatti e nelle coperture degli edifici, il problema non si è risolto ma si è anzi aggravato, perché la Regione Lombardia ha dovuto da ultimo riconoscere che la mappatura fatta attraverso aereofotogrammi risulta quadruplicata rispetto al monitoraggio esistente e ai dati finora raccolti. A Milano, in Lombardia e su tutto il territorio nazionale, la situazione sui siti-amianto è ampiamente sottostimata e si ipotizza che i dati pervenuti siano pari al 20-30% rispetto alla situazione reale. Ecco perché il censimento, che doveva essere approntato entro il 31 gennaio 2009, giusta la legge regionale n. 17 del 29-09-2003 “Norme per il risanamento dell’ambiente, bonifica e smaltimento dell’amianto”, è slittato a data ancora da definirsi. Intanto la Direttiva 2009/148/CE ha stabilito che non è ancora possibile accertare il livello di esposizione al di sotto del quale l’amianto non comporta rischi di tumore: quindi l’amianto va eliminato e va perseguito l’obiettivo del “rischio zero”, perché l’unica fibra innocua è quella che non si respira.
Nel nostro Paese pressoché tutti gli edifici realizzati prima del 1994 contengono amianto, essendo entrata in vigore solo nel 1992 la citata legge n. 257 sulla cessazione della produzione e della commercializzazione dei MCA entro i successivi due anni. Gli organi di informazione si concentrano su storie di cronaca nera ma non ci dicono che sono migliaia le morti da mesotelioma all’anno, oltre 4000, ma per le stime epidemiologiche la crescita è esponenziale: nei prossimi anni, le vittime “inconsapevoli”, non (più) legate ad attività a rischio, siamo noi cittadini, che respiriamo, insieme ai gas di scarico delle auto e al biossido di carbonio, le inavvertibili microfibre di amianto disperse nell’aria! «Il picco di casi di mesotelioma, il tumore maligno a lunga incubazione provocato dall’amianto, si raggiungerà nel 2015», ci dice Marino Gatto, professore di Ecologia del Politecnico di Milano.

2. Un minerale altamente cancerogeno

L’amianto è dannoso e cancerogeno per l’essere umano perchè le sue micro-fibre possono provocare malattie croniche e tumori alle vie respiratorie. Il rischio è proporzionale alla friabilità del materiale ed al cattivo stato di conservazione: i manufatti in amianto possono liberare fibre dannose non solo se sottoposti a perforazione e lavori di smerigliatura ma per semplice usura. Siamo quindi in piena emergenza ambientale e sanitaria, nel silenzio colpevole delle istituzioni, perché l’amianto è presente non solo nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli edifici pubblici, sui tetti e nei capannoni industriali, ma anche in modo non visibile nelle nostre case e in moltissimi prodotti di uso corrente (rivestimenti di pareti, grondaie e tubi di drenaggio, cappe da caminetto, pannelli delle sottofinestre, tramezzi, pannelli per attrezzature elettriche, elementi di riscaldamento in genere, etc.), con effetti tanto subdoli quanto devastanti, perché può essere di svariati anni il periodo di latenza della malattia.

3. Come riconoscerlo

L’amianto è riconoscibile confrontando le foto che trovate in Internet (digitando, da “amianto image” a parole più tecniche e specifiche, come “Eternit”) con le realtà che vedete negli edifici e negli insediamenti urbani. Si tratta delle tegole dei tetti apparentemente in cemento armato, delle lastre in fibro-cemento, dei condotti di esalazione coibentati in amianto, di tubazioni varie soprattutto nelle cantine e nei garage. Qui a Milano, in ottemperanza al Piano Regionale Amianto Lombardia (P.R.A.L.) le amministrazioni condominiali devono incaricare imprese specializzate che censiscano le strutture edilizie per rilevare l’eventuale presenza di possibili Manufatti Contenenti Amianto (MCA) e una serie di obblighi conseguenti (come l’esposizione del cartello con la “a” quale segnale di pericolo del manufatto e dell’area individuata: “attenzione contiene amianto”), valutarne lo stato di conservazione per verificare l’eventuale emissione di fibra, stabilire se esista rischio per gli occupanti dell’edificio, infine consigliare le azioni da intraprendere per garantire la sicurezza dei condòmini. Nevigando su Internet è possibile vedere molte ditte e imprese specializzate con foto esplicative di tegole in Eternit e coibentazioni di tubi in amianto.

4. Il Comitato Nazionale amianto “Eppur si muore” e la mia battaglia di civiltà

Ecco perché ho costituito il Comitato Nazionale Amianto “Eppur si muore”, sottolineando, con il richiamo, per omofonia, della citazione di Galileo, l’evidenza empirica di un dato di mortalità e il problema di mancata rimozione dell’amianto non solo nelle fabbriche e nei capannoni industriali ma nelle stesse civili abitazioni, denunciando il problema sottaciuto delle discariche abusive, ancora presenti sul territorio, e dell’inquinamento ambientale con esplosione dei fenomeni di malattie nei prossimi anni se subito non si fa qualcosa!
Sono ed ero già impegnato a promuovere convegni, conferenze-stampa, dibattiti, e ogni attività utile a sensibilizzare la cittadinanza su questo allarme per la sanità pubblica.
Sul piano operativo si rendono indispensabili e urgenti le seguenti azioni:

1) completare le mappature e la ricerca negli stabili condominiali di amianto friabile e compatto e di ogni MCA;

2) rimuovere e quindi smaltire le coperture in Eternit degli edifici e le canne fumarie esterne e interne;

3) promuovere monitoraggi ambientali per la presenza di amianto nell’aria in tutte le zone di Milano;

4) ricercare contributi da parte di enti pubblici e di imprese private, anche sotto forma di sponsorizzazione, facendo del doppio affare, per tali imprese, a smantellare finalmente in modo sicuro l’Eternit e a posizionare pannelli fotovoltaici, il doppio interesse, per la cittadinanza, a respirare in modo sano e a risparmiare inoltre sull’elettricità.

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Il Comitato Nazionale Amianto “Eppur si muore”, oltre a essere operativo, sia nella sede nazionale di Milano, via San Marco 14, anche nelle sedi regionali di Roma, Genova e Torino (agli indirizzi email: nazionale@amiantoeppursimuore.it; lombardia@amiantoeppursimuore.it; liguria@amiantoeppursimuore.it; piemonte@amiantoeppursimuore.it; lazio@amiantoeppursimuore.it), è presente anche su FACEBOOK con il gruppo: “Amianto: eppur si muore. Facciamolo togliere dalle nostre case!”, perché la disinformazione istituzionale su questo grave problema (dovuto anche al banale motivo che la rimozione dell’amianto costa), è rimediabile grazie all’informazione in orizzontale tra cittadini con un’azione a catena. La salute non ha prezzo, è il nostro bene irrinunciabile e primario, diritto fondamentale dell’individuo e interesse imprescindibile della collettività, da difendere ad ogni costo!
AVv. Giovanni Bonomo

Nota biografica

Avvocato e consulente di imprese editoriali e televisive, autore di pubblicazioni in materia di diritto d’autore, dell’informazione e dell’informatica (http://www.bonomonline.it), ha fondato nel settembre 2007 il Centro Culturale Candide, sede di vernissage e punto di incontro di artisti, scrittori, esponenti della cultura. Giornalista pubblicista, attivo sulle tematiche ambientali, collabora con riviste letterarie e di divulgazione medica e scientifica.

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