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di Maria Lucia Caspani

CARLO MARIA MARTINI RICORDATO DA PRESIDENTE ASSOEDILIZIA COLOMBO CLERICI Il Cardinale Carlo Maria Martini è nato a Torino ma ha saputo conquistarsi il rispetto dei milanesi credenti ed anche dei laici, ed a diventare un milanese a tutti gli effetti. Nell’intervista di Vito Luise ad Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia, trapela un grande rispetto ed un cordoglio non comune che restano nel ricordo di chi lo ha conosciuto da vicino. ” Il Cardinale Carlo Maria Martini è già nella storia di Milano e la sua figura richiama quella di altri illustri predecessori, da Sant’Ambrogio a San Carlo Borromeo. In ventitrè anni di guida morale e spirituale, e non solo, della più grande diocesi del mondo si è conquistato la stima profonda, la sincera ammirazione e il grande affetto di credenti e non credenti”. Così il presidente di Assoedilizia e di Amici di Milano Achille Colombo Clerici ha espresso il dolore per la scomparsa del grande presule. – Un dolore tanto più vivo in quanto lei ha conosciuto bene il Cardinale Martini – “Nel corso degli anni, ho avuto il privilegio di poterlo incontrare in parecchie occasioni e di conoscerlo, credo in modo più autentico, al di là di una conoscenza superficiale e casuale. Mi ha nominato, nei primi anni ottanta, componente il Consiglio Pastorale della Diocesi di Milano e per un lustro si sono susseguite numerosissime riunioni del Consiglio – al Seminario di Milano, in corso Venezia, altre nella dimora di Gazzada e nel ritiro di Triuggio – alle quali non mancava mai di partecipare, nonostante i suoi vasti impegni. Ricevuta la lettera di nomina, ebbi modo di esprimere la mia soddisfazione ad alcuni prelati della Curia di Milano: “Nel rivolgersi al Cardinale per l’accettazione – mi raccomandarono – non enfatizzi troppo la cosa. Sua Eminenza non ama la cerimoniosità.” Indice di una propensione all’essenzialità. – Cosa l’ha particolarmente colpita di lui? “Godeva di un seguito generale ed incondizionato: tali erano la sua autorevolezza ed il suo carisma. La sua figura austera e ieratica accentuava queste qualità: ma quando iniziava il discorso il suo dire pacato e scarno, scevro di ogni orpello letterario, arrivava alla ragione ed al cuore dell’ascoltatore, toccandone tutte le corde. Iniziava immancabilmente dall’esegesi del testo sacro e riusciva a scandagliare il significato profondo della Parola, percorrendo tutte le sfumature del pensiero. Quell’incipit poteva sembrare a prima vista uno stilema di comodo, usuale e ripetitivo, ma non lo era: era viceversa l’atteggiamento umile del servo di Dio che nulla vuole aggiungere di proprio alla essenzialità della Parola divina. Quale insegnamento! L’ho capito non subito, ma negli anni vedendo con quale scrupoloso rigore procedeva nello svolgimento del discorso, senza indulgere a fronzoli ad effetto che avrebbero potuto appagare certamente la vanità, ma che nulla avrebbero aggiunto alla essenzialità della Parola.” – Come ha visto Martini uomo di Dio? “Fedele all’essenza del Cristianesimo “et Verbum caro factum est ” ed alla finalità principale della Chiesa, che non e’ gia’ soltanto quella di fare la carità o l’assistenza o le opere di bene come taluni ritengono, bensì quella ben più profonda ed essenziale di diffondere la Parola di Dio; da questa discende, come conseguenza, tutto il bene che deriva dalla presenza e dalla azione della Chiesa nel mondo.E quale efficace interprete della Parola di Dio era il cardinal Martini: saggio e fermo come deve essere un fedele testimone di Dio. In questo suo essere servo di Dio, prima che preoccupato di se’, sta il suo esemplare insegnamento di vita.” – E nel suo manifestarsi nelle cose terrene? “Come nel rapporto con Dio, altrettanto rigoroso era nel rapporto con l’uomo. Capacita’ ed inclinazione all’ascolto, alla comprensione, al dialogo. Anche di fronte alle istanze più impellenti presentate dalla vita moderna, la sua comprensione, quindi i termini del dialogo, non arrivavano a spingersi sul terreno della comoda mediazione, ma cercavano di cogliere le ragioni di ciascuna posizione per tentare la via di possibili soluzioni. In ventitrè anni di ministero pastorale nell’Arcidiocesi milanese, la sua guida spirituale, morale e direi anche culturale, ha costituito un punto di riferimento fermo, costante e rassicurante, nella vita della Chiesa e della città. Ha giganteggiato negli anni più difficili della storia di Milano: gli anni della traumatica trasformazione da capitale industriale a capitale del terziario; da capitale dell’integrazione e dell’accoglienza a capitale della paura e del terrorismo; da capitale morale a capitale della corruzione; rappresentando sempre un punto di riferimento, un approdo sicuro. Per questa sua dedizione Milano gli deve riconoscenza. ” – Al di là del luminoso ricordo, cosa conserva di Martini? “Conservo di Lui un ricco epistolario, con scritti anche recenti, non di suo pugno, ma verbalizzati da chi lo assisteva. Un vero tesoro di umanità e di saggezza.”

di Maria Lucia Caspani

CARLO MARIA MARTINI RICORDATO DA PRESIDENTE ASSOEDILIZIA COLOMBO CLERICI Il Cardinale Carlo Maria Martini è nato a Torino ma ha saputo conquistarsi il rispetto dei milanesi credenti ed anche dei laici, ed a diventare un milanese a tutti gli effetti. Nell’intervista di Vito Luise ad Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia, trapela un grande rispetto ed un cordoglio non comune che restano nel ricordo di chi lo ha conosciuto da vicino. ” Il Cardinale Carlo Maria Martini è già nella storia di Milano e la sua figura richiama quella di altri illustri predecessori, da Sant’Ambrogio a San Carlo Borromeo. In ventitrè anni di guida morale e spirituale, e non solo, della più grande diocesi del mondo si è conquistato la stima profonda, la sincera ammirazione e il grande affetto di credenti e non credenti”. Così il presidente di Assoedilizia e di Amici di Milano Achille Colombo Clerici ha espresso il dolore per la scomparsa del grande presule. – Un dolore tanto più vivo in quanto lei ha conosciuto bene il Cardinale Martini – “Nel corso degli anni, ho avuto il privilegio di poterlo incontrare in parecchie occasioni e di conoscerlo, credo in modo più autentico, al di là di una conoscenza superficiale e casuale. Mi ha nominato, nei primi anni ottanta, componente il Consiglio Pastorale della Diocesi di Milano e per un lustro si sono susseguite numerosissime riunioni del Consiglio – al Seminario di Milano, in corso Venezia, altre nella dimora di Gazzada e nel ritiro di Triuggio – alle quali non mancava mai di partecipare, nonostante i suoi vasti impegni. Ricevuta la lettera di nomina, ebbi modo di esprimere la mia soddisfazione ad alcuni prelati della Curia di Milano: “Nel rivolgersi al Cardinale per l’accettazione – mi raccomandarono – non enfatizzi troppo la cosa. Sua Eminenza non ama la cerimoniosità.” Indice di una propensione all’essenzialità. – Cosa l’ha particolarmente colpita di lui? “Godeva di un seguito generale ed incondizionato: tali erano la sua autorevolezza ed il suo carisma. La sua figura austera e ieratica accentuava queste qualità: ma quando iniziava il discorso il suo dire pacato e scarno, scevro di ogni orpello letterario, arrivava alla ragione ed al cuore dell’ascoltatore, toccandone tutte le corde. Iniziava immancabilmente dall’esegesi del testo sacro e riusciva a scandagliare il significato profondo della Parola, percorrendo tutte le sfumature del pensiero. Quell’incipit poteva sembrare a prima vista uno stilema di comodo, usuale e ripetitivo, ma non lo era: era viceversa l’atteggiamento umile del servo di Dio che nulla vuole aggiungere di proprio alla essenzialità della Parola divina. Quale insegnamento! L’ho capito non subito, ma negli anni vedendo con quale scrupoloso rigore procedeva nello svolgimento del discorso, senza indulgere a fronzoli ad effetto che avrebbero potuto appagare certamente la vanità, ma che nulla avrebbero aggiunto alla essenzialità della Parola.” – Come ha visto Martini uomo di Dio? “Fedele all’essenza del Cristianesimo “et Verbum caro factum est ” ed alla finalità principale della Chiesa, che non e’ gia’ soltanto quella di fare la carità o l’assistenza o le opere di bene come taluni ritengono, bensì quella ben più profonda ed essenziale di diffondere la Parola di Dio; da questa discende, come conseguenza, tutto il bene che deriva dalla presenza e dalla azione della Chiesa nel mondo.E quale efficace interprete della Parola di Dio era il cardinal Martini: saggio e fermo come deve essere un fedele testimone di Dio. In questo suo essere servo di Dio, prima che preoccupato di se’, sta il suo esemplare insegnamento di vita.” – E nel suo manifestarsi nelle cose terrene? “Come nel rapporto con Dio, altrettanto rigoroso era nel rapporto con l’uomo. Capacita’ ed inclinazione all’ascolto, alla comprensione, al dialogo. Anche di fronte alle istanze più impellenti presentate dalla vita moderna, la sua comprensione, quindi i termini del dialogo, non arrivavano a spingersi sul terreno della comoda mediazione, ma cercavano di cogliere le ragioni di ciascuna posizione per tentare la via di possibili soluzioni. In ventitrè anni di ministero pastorale nell’Arcidiocesi milanese, la sua guida spirituale, morale e direi anche culturale, ha costituito un punto di riferimento fermo, costante e rassicurante, nella vita della Chiesa e della città. Ha giganteggiato negli anni più difficili della storia di Milano: gli anni della traumatica trasformazione da capitale industriale a capitale del terziario; da capitale dell’integrazione e dell’accoglienza a capitale della paura e del terrorismo; da capitale morale a capitale della corruzione; rappresentando sempre un punto di riferimento, un approdo sicuro. Per questa sua dedizione Milano gli deve riconoscenza. ” – Al di là del luminoso ricordo, cosa conserva di Martini? “Conservo di Lui un ricco epistolario, con scritti anche recenti, non di suo pugno, ma verbalizzati da chi lo assisteva. Un vero tesoro di umanità e di saggezza.”

di Maria Lucia Caspani

CARLO MARIA MARTINI RICORDATO DA PRESIDENTE ASSOEDILIZIA COLOMBO CLERICI Il Cardinale Carlo Maria Martini è nato a Torino ma ha saputo conquistarsi il rispetto dei milanesi credenti ed anche dei laici, ed a diventare un milanese a tutti gli effetti. Nell’intervista di Vito Luise ad Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia, trapela un grande rispetto ed un cordoglio non comune che restano nel ricordo di chi lo ha conosciuto da vicino. ” Il Cardinale Carlo Maria Martini è già nella storia di Milano e la sua figura richiama quella di altri illustri predecessori, da Sant’Ambrogio a San Carlo Borromeo. In ventitrè anni di guida morale e spirituale, e non solo, della più grande diocesi del mondo si è conquistato la stima profonda, la sincera ammirazione e il grande affetto di credenti e non credenti”. Così il presidente di Assoedilizia e di Amici di Milano Achille Colombo Clerici ha espresso il dolore per la scomparsa del grande presule. – Un dolore tanto più vivo in quanto lei ha conosciuto bene il Cardinale Martini – “Nel corso degli anni, ho avuto il privilegio di poterlo incontrare in parecchie occasioni e di conoscerlo, credo in modo più autentico, al di là di una conoscenza superficiale e casuale. Mi ha nominato, nei primi anni ottanta, componente il Consiglio Pastorale della Diocesi di Milano e per un lustro si sono susseguite numerosissime riunioni del Consiglio – al Seminario di Milano, in corso Venezia, altre nella dimora di Gazzada e nel ritiro di Triuggio – alle quali non mancava mai di partecipare, nonostante i suoi vasti impegni. Ricevuta la lettera di nomina, ebbi modo di esprimere la mia soddisfazione ad alcuni prelati della Curia di Milano: “Nel rivolgersi al Cardinale per l’accettazione – mi raccomandarono – non enfatizzi troppo la cosa. Sua Eminenza non ama la cerimoniosità.” Indice di una propensione all’essenzialità. – Cosa l’ha particolarmente colpita di lui? “Godeva di un seguito generale ed incondizionato: tali erano la sua autorevolezza ed il suo carisma. La sua figura austera e ieratica accentuava queste qualità: ma quando iniziava il discorso il suo dire pacato e scarno, scevro di ogni orpello letterario, arrivava alla ragione ed al cuore dell’ascoltatore, toccandone tutte le corde. Iniziava immancabilmente dall’esegesi del testo sacro e riusciva a scandagliare il significato profondo della Parola, percorrendo tutte le sfumature del pensiero. Quell’incipit poteva sembrare a prima vista uno stilema di comodo, usuale e ripetitivo, ma non lo era: era viceversa l’atteggiamento umile del servo di Dio che nulla vuole aggiungere di proprio alla essenzialità della Parola divina. Quale insegnamento! L’ho capito non subito, ma negli anni vedendo con quale scrupoloso rigore procedeva nello svolgimento del discorso, senza indulgere a fronzoli ad effetto che avrebbero potuto appagare certamente la vanità, ma che nulla avrebbero aggiunto alla essenzialità della Parola.” – Come ha visto Martini uomo di Dio? “Fedele all’essenza del Cristianesimo “et Verbum caro factum est ” ed alla finalità principale della Chiesa, che non e’ gia’ soltanto quella di fare la carità o l’assistenza o le opere di bene come taluni ritengono, bensì quella ben più profonda ed essenziale di diffondere la Parola di Dio; da questa discende, come conseguenza, tutto il bene che deriva dalla presenza e dalla azione della Chiesa nel mondo.E quale efficace interprete della Parola di Dio era il cardinal Martini: saggio e fermo come deve essere un fedele testimone di Dio. In questo suo essere servo di Dio, prima che preoccupato di se’, sta il suo esemplare insegnamento di vita.” – E nel suo manifestarsi nelle cose terrene? “Come nel rapporto con Dio, altrettanto rigoroso era nel rapporto con l’uomo. Capacita’ ed inclinazione all’ascolto, alla comprensione, al dialogo. Anche di fronte alle istanze più impellenti presentate dalla vita moderna, la sua comprensione, quindi i termini del dialogo, non arrivavano a spingersi sul terreno della comoda mediazione, ma cercavano di cogliere le ragioni di ciascuna posizione per tentare la via di possibili soluzioni. In ventitrè anni di ministero pastorale nell’Arcidiocesi milanese, la sua guida spirituale, morale e direi anche culturale, ha costituito un punto di riferimento fermo, costante e rassicurante, nella vita della Chiesa e della città. Ha giganteggiato negli anni più difficili della storia di Milano: gli anni della traumatica trasformazione da capitale industriale a capitale del terziario; da capitale dell’integrazione e dell’accoglienza a capitale della paura e del terrorismo; da capitale morale a capitale della corruzione; rappresentando sempre un punto di riferimento, un approdo sicuro. Per questa sua dedizione Milano gli deve riconoscenza. ” – Al di là del luminoso ricordo, cosa conserva di Martini? “Conservo di Lui un ricco epistolario, con scritti anche recenti, non di suo pugno, ma verbalizzati da chi lo assisteva. Un vero tesoro di umanità e di saggezza.”

di Maria Lucia Caspani

CARLO MARIA MARTINI RICORDATO DA PRESIDENTE ASSOEDILIZIA COLOMBO CLERICI Il Cardinale Carlo Maria Martini è nato a Torino ma ha saputo conquistarsi il rispetto dei milanesi credenti ed anche dei laici, ed a diventare un milanese a tutti gli effetti. Nell’intervista di Vito Luise ad Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia, trapela un grande rispetto ed un cordoglio non comune che restano nel ricordo di chi lo ha conosciuto da vicino. ” Il Cardinale Carlo Maria Martini è già nella storia di Milano e la sua figura richiama quella di altri illustri predecessori, da Sant’Ambrogio a San Carlo Borromeo. In ventitrè anni di guida morale e spirituale, e non solo, della più grande diocesi del mondo si è conquistato la stima profonda, la sincera ammirazione e il grande affetto di credenti e non credenti”. Così il presidente di Assoedilizia e di Amici di Milano Achille Colombo Clerici ha espresso il dolore per la scomparsa del grande presule. – Un dolore tanto più vivo in quanto lei ha conosciuto bene il Cardinale Martini – “Nel corso degli anni, ho avuto il privilegio di poterlo incontrare in parecchie occasioni e di conoscerlo, credo in modo più autentico, al di là di una conoscenza superficiale e casuale. Mi ha nominato, nei primi anni ottanta, componente il Consiglio Pastorale della Diocesi di Milano e per un lustro si sono susseguite numerosissime riunioni del Consiglio – al Seminario di Milano, in corso Venezia, altre nella dimora di Gazzada e nel ritiro di Triuggio – alle quali non mancava mai di partecipare, nonostante i suoi vasti impegni. Ricevuta la lettera di nomina, ebbi modo di esprimere la mia soddisfazione ad alcuni prelati della Curia di Milano: “Nel rivolgersi al Cardinale per l’accettazione – mi raccomandarono – non enfatizzi troppo la cosa. Sua Eminenza non ama la cerimoniosità.” Indice di una propensione all’essenzialità. – Cosa l’ha particolarmente colpita di lui? “Godeva di un seguito generale ed incondizionato: tali erano la sua autorevolezza ed il suo carisma. La sua figura austera e ieratica accentuava queste qualità: ma quando iniziava il discorso il suo dire pacato e scarno, scevro di ogni orpello letterario, arrivava alla ragione ed al cuore dell’ascoltatore, toccandone tutte le corde. Iniziava immancabilmente dall’esegesi del testo sacro e riusciva a scandagliare il significato profondo della Parola, percorrendo tutte le sfumature del pensiero. Quell’incipit poteva sembrare a prima vista uno stilema di comodo, usuale e ripetitivo, ma non lo era: era viceversa l’atteggiamento umile del servo di Dio che nulla vuole aggiungere di proprio alla essenzialità della Parola divina. Quale insegnamento! L’ho capito non subito, ma negli anni vedendo con quale scrupoloso rigore procedeva nello svolgimento del discorso, senza indulgere a fronzoli ad effetto che avrebbero potuto appagare certamente la vanità, ma che nulla avrebbero aggiunto alla essenzialità della Parola.” – Come ha visto Martini uomo di Dio? “Fedele all’essenza del Cristianesimo “et Verbum caro factum est ” ed alla finalità principale della Chiesa, che non e’ gia’ soltanto quella di fare la carità o l’assistenza o le opere di bene come taluni ritengono, bensì quella ben più profonda ed essenziale di diffondere la Parola di Dio; da questa discende, come conseguenza, tutto il bene che deriva dalla presenza e dalla azione della Chiesa nel mondo.E quale efficace interprete della Parola di Dio era il cardinal Martini: saggio e fermo come deve essere un fedele testimone di Dio. In questo suo essere servo di Dio, prima che preoccupato di se’, sta il suo esemplare insegnamento di vita.” – E nel suo manifestarsi nelle cose terrene? “Come nel rapporto con Dio, altrettanto rigoroso era nel rapporto con l’uomo. Capacita’ ed inclinazione all’ascolto, alla comprensione, al dialogo. Anche di fronte alle istanze più impellenti presentate dalla vita moderna, la sua comprensione, quindi i termini del dialogo, non arrivavano a spingersi sul terreno della comoda mediazione, ma cercavano di cogliere le ragioni di ciascuna posizione per tentare la via di possibili soluzioni. In ventitrè anni di ministero pastorale nell’Arcidiocesi milanese, la sua guida spirituale, morale e direi anche culturale, ha costituito un punto di riferimento fermo, costante e rassicurante, nella vita della Chiesa e della città. Ha giganteggiato negli anni più difficili della storia di Milano: gli anni della traumatica trasformazione da capitale industriale a capitale del terziario; da capitale dell’integrazione e dell’accoglienza a capitale della paura e del terrorismo; da capitale morale a capitale della corruzione; rappresentando sempre un punto di riferimento, un approdo sicuro. Per questa sua dedizione Milano gli deve riconoscenza. ” – Al di là del luminoso ricordo, cosa conserva di Martini? “Conservo di Lui un ricco epistolario, con scritti anche recenti, non di suo pugno, ma verbalizzati da chi lo assisteva. Un vero tesoro di umanità e di saggezza.”

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