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18^ Settimana Europea della Qualità

di Maria Lucia Caspani


Testimonianze dall’evento “NOI CI SIAMO” 2012, 24a CAMPAGNA NAZIONALE QUALITA’ E INNOVAZIONE NELL’AMBITO DELLA SETTIMANA EUROPEA di Barilla, Pagani Automobili, Safilo, Telepass e del giornalista Rai, Paolo Gila.

QUALITÀ, INNOVAZIONE, EMPOWERMENT E LEADERSHIP: QUATTRO DIREZIONI PER LE NOSTRE IMPRESE SCELTE PER LA CAMPAGNA NAZIONALE GALGANO “NOI CI SIAMO”, nell’ambito della Settimana Europea della Qualità, con l’adesione di 228 aziende italiane.
Si è da poco conclusa la 18a Settimana Europea della Qualità (5-11 novembre 2012) nell’ambito della quale, come sempre il secondo giovedì di novembre, ricorre la Giornata Mondiale della Qualità quest’anno alla sua 24° edizione. Nata nel 1989, infatti, per volere delle tre grandi Associazioni mondiali: EOQ – European Organization for Quality, ASQ – American Society for Qualità Control, JUSE – Japanese Union of Scientists and Engineers.

La Campagna Nazionale Qualità e Innovazione “Noi ci siamo” è stata ideata e promossa dal Gruppo Galgano proprio per essere un’iniziativa di comunicazione e di sensibilizzazione condivisa ogni anno da centinaia di aziende italiane.

Giunta alla sua 24a edizione, la Campagna Galgano “Noi ci siamo” è rimasta tuttora unica in Italia. E proprio per il valore simbolico dell’iniziativa che ricorda l’importanza di un vero e proprio “movimento” del “fare bene e farlo sapere”, il Presidente Giorgio Napolitano le ha conferito, per il quarto anno consecutivo, la Speciale Medaglia Presidenziale. Anche il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dei Ministeri Sviluppo Economico, Pubblica Amministrazione e Semplificazione, Difesa, ne hanno sottolineato l’ importanza.

L’obiettivo della Campagna è infatti quello di ricordare, e sottoscrivere, il Valore di Qualità e Innovazione, intesi come modello a tendere verso l’Eccellenza. In un contesto economico turbolento come quello attuale, appare sempre più evidente come occorra puntare su questi temi per l’interesse e lo sviluppo del nostro Paese.

“Quattro leve per crescere: Qualità, Innovazione, Empowerment e Leadership” è stato il leitmotiv che ha sottolineato la Campagna Galgano sia nel Manifesto sottoscritto da 228 aziende italiane, pubblicato ed esposto su giornali – riviste – affissioni, sia nell’Incontro in Assolombarda (giovedì 8/11) con quattro aziende eccellenti, Barilla – Pagani Automobili – Safilo – Telepass, che hanno raccontato la loro declinazione di queste quattro leve competitive in progetti di successo, che hanno fatto ottenere risultati significativi, generando anche un cambiamento culturale importante.

Una società in continua evoluzione è quella in cui lo sviluppo delle nostre imprese è determinato dalla capacità di attivare le leve strategiche utili, necessarie a riposizionare nel mondo in nostro Paese rigenerando anche il mercato del lavoro perché la Qualità “In Movimento” cambia la Storia .

“Quando si tratta il tema dell’ Innovazione è importante parlare di innovazione culturale. – ha dichiarato Mariacristina Galgano, amministratore delegato del Gruppo omonimo – Se pensiamo non solo dal punto di vista tecnologico ma anche dal quello culturale, l’Innovazione è il cuore dell’azienda ed è responsabilità di tutti. La Qualità è poi il frutto del desiderio di fare miglioramenti. Si tratta di un concetto caldo perché riguarda gli esseri umani. E’ un traguardo su cui bisogna lavorare costantemente ma che non si raggiunge mai perché è un modello a tendere verso l’Eccellenza. La cinquantennale esperienza della Galgano a fianco delle aziende ci ha insegnato che non è raro trovare talenti, ma è sicuramente più difficile trovare contesti in cui i talenti possono esprimersi al meglio. E così che Empowerment e Leadership sono le condizioni per creare quel contesto che permette di far fiorire Qualità e Innovazione. Empowerment significa, infatti, mettere in grado le persone di migliorare il proprio lavoro con un metodo e una forma organizzativa finalizzata ad implementare i suggerimenti e i miglioramenti. In questo approccio c’è il processo importante dell’imparare dagli errori, inteso non come tolleranza fine a se stessa ma solo come fallimento accompagnato dal metodo scientifico del Trystorming (tempesta di tentativi) che implica la possibilità di scoprire, attraverso il riconoscimento e l’analisi dell’errore, il dono prezioso del miglioramento. La buona Leadership sa guidare il grande processo del cambiamento e investe nella formazione delle persone che devono imparare ad imparare dagli errori. Anche le Direzioni devono però saper cambiare se stesse attraverso la fiducia nelle persone, il rispetto e la consapevolezza della valenza strategica dei piccoli passi, che può contrapporsi ai grandi passi dell’innovazione tecnologica. La buona Leadership sa immergersi nella realtà (andare a gemba), cerca le cause e non i colpevoli (hansei), sa capire il contesto e sa trovare soluzioni semplici anche in situazioni complesse perché, come diceva Leonardo, la semplicità è l’estrema forma di eleganza!”

Le testimonianze, introdotte dai partner Galgano Luciano Bray, Vincenzo De Falco, Nello Pucillo e Alberto Viola, hanno dimostrato nei fatti come l’applicabilità di approcci manageriali di valore scientifico possano non solo dare metodo e forma all’organizzazione, ma anche creare un contesto organizzativo e formativo in grado di stimolare il miglioramento rapido e continuo, aiutare il coinvolgimento delle persone ad ogni livello aziendale, contribuire allo sviluppo dei talenti.

“Sono in Galgano da 25 anni e da 25 anni si parla di Qualità Totale in Italia. La Qualità Totale è Eccellenza in tutto: processi, metodi, prodotti e persone. Barilla mi ha fatto vedere la sintesi della Qualità Totale.– ha dichiarato il partner Galgano, Vincenzo De Falco presentando la testimonianza di Barilla – L’obiettivo è lo zero difetti e non c’è deroga di fronte alla Qualità Totale. In Barilla ho potuto constatare la sintesi della Qualità Totale. Lo stabilimento di Melfi della Barilla era già molto avanti sulla Qualità, c’erano però dei piccoli difetti. C’era un atteggiamento un pò rassegnato verso qualche difetto di qualità. L’errore era stato considerare questi piccoli difetti fisiologici, ovvero inevitabili, quando invece si potevano eliminare. Si è deciso di intervenire con la metodologia Lean e questi difetti si sono ridotti più della metà.”

Paolo Forlano – plant manager dello stabilimento di Melfi di BARILLA – azienda leader mondiale nel campo alimentare nei mercati della pasta, dei sughi e dei prodotti da forno con 42 siti produttivi in diversi paesi, ha presentato l’esperienza in chiave di Qualità: “Aumentare la Qualità e l’Efficienza attraverso la cultura lean in un percorso di lungo periodo, conducendo delle sfide apparentemente impossibili”.

“A Melfi ogni giorno vengono prodotte più di 600.000 unità di consumo: la qualità deve essere al 100% e lo zero difetti è il nostro obiettivo. Oggi più che mai , le persone che ci accordano la loro fiducia, acquistando i nostri prodotti, li conoscono profondamente. Per questa ragione quando forniscono dei suggerimenti sulla qualità del prodotto finito, le loro osservazioni vengono trasmesse ai nostri professionisti interni attraverso un sistema di comunicazione, dando luogo ad un percorso di miglioramento che coinvolge tutta l’azienda. In particolare le aree di miglioramento si focalizzano sulla Qualità del prodotto, sulla Produttività e sulle Metodologie di analisi dei problemi. Si è puntato molto sulla formazione sia del management che del personale di linea, che diventa esso stesso problem solver. L’approccio del team è diventato quindi di tipo inter-funzionale con una maggiore profondità a tutti i livelli. Questi elementi hanno contribuito ad un reale coinvolgimento del personale sia nelle scelte tecniche che operative. Ogni giorno vengono condotte riunioni strutturate con gli operatori sullo stato attuale delle idee da realizzare, alla ricerca del miglioramento continuo (analisi condotte con i 5 whys e la Fishbone Analisys). Risulta imprescindibile, per la cultura aziendale Barilla, la valorizzazione delle idee. Tutte le attività sono spiegate in modo che siano alla portata di tutti: ciò permette ad ognuno di essere coinvolto nell’azione di miglioramento. I risultati: + 15 % la produttività, + 50 % di soddisfazione del consumatore e si è registrata una ulteriore diminuzione dell’assenteismo (già a livello molto basso).Il percorso di lungo termine condotto ha contribuito al progetto aziendale denominato MIB (Made in Barilla): un programma globale di eccellenza delle Operation avente lo scopo di creare un modello globale di riferimento per i processi di Manufacturing basato sulle best practices interne/esterne, creando nel contempo un network efficace capace di diffondere il modello di riferimento in tutto il “mondo Barilla”. I risultati ottenuti, ha concluso Forlano, fanno capire che il coinvolgimento del personale contribuisce a risolvere problemi ritenuti quasi fisiologici; senza ricorrere necessariamente a costosi investimenti tecnici, sono le persone a fare la differenza. Occorre saperle metterle a loro agio permettendo di esprimere le proprie idee sui processi e sull’organizzazione. “Non bisogna aver paura di chiedere idee e suggerimenti alle nostre persone: le persone ti sorprendono sempre, il vero limite sovente è in noi stessi”.

Gli interventi sono proseguiti con due riflessioni da parte dei partner Galgano Luciano Bray e Alberto Viola .

“Noi consulenti, quando parliamo di Qualità e Innovazione alle aziende, sottolineiamo sempre l’importanza del commitment della Direzione – ha dichiarato Bray – perché tale aspetto è riconosciuto come l’elemento fondamentale per il successo di qualsiasi grande processo di cambiamento. I testimoni presenti a questo incontro dimostrano che il vero commitment della Direzione è fatto di comprensione profonda dell’ approccio che si vuol introdurre in azienda, insieme all’esempio – fatto di applicazione e disciplina personale – e allo “stretching” nei confronti dei consulenti esterni, per porsi sempre nuove sfide e percorrere strade originali e innovative. Tre sono quindi le caratteristiche che esplicitano la vera Leadership: credere in ciò che si fa, essere coerenti nel come si opera e infine non accontentarsi mai !”

E’ quindi seguita la testimonianza d Ugo De Carolis, amministratore delegato di TELEPASS “Vorrei raccontarvi, al di là dei risultati ottenuti, la mia esperienza relativa alla Lean. La metodologia è importante, ma è soprattutto determinante come si applica tale metodologia, ancor più di quale metodologia si decida di adottare. E’ vero quanto introdotto da Luciano Bray: ciò che fa la differenza in questo è proprio il commitment del capo. Per questa ragione è importante scegliere le persone migliori, in azienda, per dedicarle a fare Miglioramento, in modo da dimostrare che ci si crede fino in fondo…!

La Mission di TELEPASS è quella di diventare l’ operatore di riferimento per la comunità di clienti in movimento, facilitandone la mobilità, riducendo i tempi di attesa, attraverso un percorso di sviluppo di servizi allineati alle nuove esigenze dei clienti e alle best practice internazionali. Innovare quando si è già al top di un settore non è facile.

Ma i periodi di crisi aiutano il miglioramento e il cambiamento perché si rende necessaria un’ accelerazione, una maggiore attenzione al conto economico e la ricerca di nuove occasioni sul mercato. In tale contesto, è essenziale costruire un percorso di crescita e valutazione delle persone, orientato a innescare un processo di cambiamento e miglioramento continuo.

Abbiamo scelto la Lean perché è una metodologia che permette di ripensare l’azienda, rendendola capace di individuare ed eliminare gli sprechi, riducendo al minimo le attività a basso valore aggiunto. Un’occasione, quindi, sia per rivedere ed aggiornare processi nati in anni lontani, sia per focalizzarci sulle persone quali principali asset aziendali, cominciando proprio dal management, con un workshop sulla metodologia Lean6Sigma.

La mappa del flusso del valore ci ha aiutato a comprendere cosa è veramente importante per il cliente, per cui è disposto a pagare; i successivi eventi kaizen di miglioramento rapido hanno prodotto risultati eccezionali e soprattutto sorprendenti per gli stessi operatori, che hanno compreso l’importanza della metodologia. Ma la vera sfida del leader è di ottenere che il cambiamento sia sostenibile e venga mantenuto nel tempo, anche senza il leader stesso.

Oggi in TELEPASS vi è un team di 10 persone focalizzate solo sul miglioramento, che ogni giorno si chiedono: cosa posso migliorare oggi? Proprio perché la resistenza al cambiamento è altissima, bisogna darsi obiettivi sfidanti. Difatti, via via che si riducono i difetti e si eliminano gli sprechi, la visione si allarga e si evidenziano ulteriori aree di miglioramento che prima non si vedevano.

La ricetta per il successo ha quindi una serie di ingredienti essenziali: commitment del management, risorse dedicate al 100%, lavoro sulle priorità reali, piccoli passi, giusto mix tra lean e 6sigma e comunicazione efficace della metodologia a tutta l’organizzazione.”

Anche Alberto Viola, introducendo il caso Safilo, ricorda la sua attività in Galgano da oltre 15 anni, che gli ha permesso di maturare la convinzione, convalidata dai fatti riscontrati nelle aziende clienti, che nei progetti il mantenimento dei miglioramenti si ottiene solo quando si punta alla crescita delle persone ed al loro coinvolgimento. La Settimana Kaizen Special (SKS), messa a punto dalla Galgano, è lo strumento fondamentale che permette, grazie al coinvolgimento degli operatori, di ottenere in pochissimo tempo risultati incredibili: aumento produttività, riduzione work in progress, dei difetti, dei tempi di set-up e dei metri percorsi. La SKS ha il suo punto di forza nella possibilità di effettuare un lavoro sui comportamenti direttamente sul campo, proprio perché le tecniche e gli strumenti della Lean risultano essere più efficaci e potenti con il supporto operativo/emotivo delle persone coinvolte. Il team è impegnato in attività e giochi di squadra e nella riflessione su “comportamenti virtuosi”, comportamenti che passerebbero inosservati perché ignorati dalle persone.

Nicola Zambelli, Direttore qualità del Gruppo SAFILO, ha posto l’accento sull’ Empowerment, definendolo come “il sentire di essere in grado di fare”. Il Progetto Quality First della Safilo ha affrontato la questione del miglioramento delle attività in tutte le aree produttive puntando sugli obbiettivi di qualità, efficienza e riduzione del lead-time. I risultati sono stati visibili dopo appena una Settimana Kaizen Special . Importante è stata la trasformazione degli operatori da esecutori a protagonisti e facilitare l’accettazione al cambiamento. Si è avuto un miglioramento del clima aziendale e un aumento generalizzato della capacità di problem solving.

L’Intervento Galgano negli stabilimenti di Longarone e di Santa Maria ha visto come prima fase del progetto un’attività di assessment realizzata con la tecnica Value Stream Mapping Il programma degli interventi si è sviluppato nell’arco di un anno portando, in alcuni reparti, una riduzione della difettosità anche superiore al 50% . Sono state di diverso tipo le attività di coinvolgimento sia degli operatori che dei capi intermedi: attraverso la “Settimana Kaizen Special” abbiamo lavorato insieme a tutte le persone coinvolte e sulle persone coinvolte, per diffondere e trasmettere i comportamenti che hanno poi permesso di ottenere questi risultati. Abbiamo spiegato come migliorare, ma soprattutto abbiamo spiegato il perché. Un’esperienza che è stata utile alle persone non solo per il lavoro ma anche per la loro vita. A raggiungimento degli obiettivi abbiamo premiato chi ha contribuito al conseguimento dei risultati.

“Il caso della Pagani Automobili risulta estremamente interessante come caso peculiare di successo. – ha dichiarato Pucillo nell’introdurre la testimonianza – Il concetto che guida Pagani per l’innovazione si ispira Leonardo perché unisce l’arte , intesa come esaltazione e sintesi degli aspetti estetici, artigianali e tecnologici. Pagani ha fatto propria questa idea nella costruzione delle sue auto, coniugando la bellezza stilistica con l’eccellenza nelle prestazioni.

¦ video Pagani Automobili proiettato durante il Convegno http://youtu.be/XWe3Sq1aUZ4

¦ video intervento di Horacio Pagani introdotto da Nello Pucillo http://youtu.be/lJ7n4Y-hePQ

“Vorrei spiegare la filosofia del nostro atelier Pagani Automobili – ha narrato Horacio Pagani – Posso dire di aver amato l’arte e la scienza fin da bambino, ne ero affascinato anche se non sapevo ancora cosa avrei fatto nella vita. Sono nato in Argentina, in una piccola città. Mio padre era fornaio e mia madre era pittrice con un forte senso artistico, ma in realtà in casa non esisteva una vera e propria tradizione artistica o scientifica. Davanti al dubbio su cosa avrei studiato mi sono imbattuto in una rivista chiamata “Selezione” dove ho appreso la filosofia di Leonardo Da Vinci secondo la quale arte e scienza potevano camminare insieme, mano nella mano. Per me è stata un’illuminazione. Non mi sono più preoccupato di studiare per conseguire un titolo di studio ma piuttosto per imparare a conoscere me stesso. Ho studiato materie di ingegneria, filosofia e arte e ho cominciato a lavorare a 18 anni in un piccolo studio/officina in Argentina. Nel 1983 mi sono trasferito in Italia con mia moglie Cristina, che aveva 19 anni.

Ho iniziato come operaio in Lamborghini e mi è stato dato il compito di lavorare alla prima GT. Ho creduto molto nella tecnologia dei compositi applicata all’automobile, ma all’epoca comportava problemi di costo molto alti in confronto alle tecnologie tradizionali. Mi sono quindi concentrato nel cercare di ottimizzare ed industrializzare i processi produttivi. Nel fare questo la conoscenza specifica del materiale mi ha aiutato moltissimo. Il mio approccio sia alla lavorazione che alla progettazione dei componenti d’auto è sempre risultato differente perchè nel mio fare ricorreva il concetto di Leonardo, ogni elemento, dalla vettura completa al più piccolo dettaglio, lo pensavo come un tutt’uno di tecnica e design, rendendo molto più efficace il lavoro di designer (una via di mezzo tra ingegnere e artista con una visione a 360 gradi). Uno studio meticoloso tra creatività e realizzazione. Nonostante le difficoltà sapevo che con il giusto metodo, tutto questo sarebbe stato possibile. Il metodo elaborato in precedenza, valido non solo nel campo automotive ma in tutte le sfere creative/produttive, ci ha permesso di costruire “manualmente” un’auto in grado di rispettare tutti gli standard tecnologici e qualitativi del settore. Abbiamo dovuto lavorare molti anni per dimostrare che il nostro progetto era valido, ma i risultati sono stati riconosciuti universalmente. Quando ti lanci in un’avventura così, ogni giorno devi comprendere cosa sei capace di fare e soprattutto quello che non sei capace di fare. Riconoscere la propria ignoranza è il punto di partenza di ogni crescita. Nel caso specifico abbiamo voluto interpretare con gli strumenti attuali il pensiero Rinascimentale di intellettualità manuale. Dalla mente che pensa, l’azione passa agli arti attraversando il cuore. Il valore aggiunto della forza del cuore non è misurabile.

Perché mai una persona dovrebbe comprare una macchina da oltre un milione di euro se non vede nella stessa, qualcosa di unico, come in un quadro o in un’opera d’arte?

In tutto ciò il coinvolgimento delle persone è stato determinante, anche in famiglia, soprattutto nei momenti più difficili. Nella nostra mente transitano 60.000 idee ma quante di queste possono effettivamente tradursi in fatti? In Pagani tutto è progettato al nostro interno. Così come quella tecnica anche la parte artistica viene seguita con lo stesso sistema di qualità che ne attesta lo standard perseguito dalla Pagani. La Qualità richiede lavoro di team, stimolo e rispetto reciproco. La nostra famiglia è composta da grandi tecnici che sono anche grandi artisti abituati a seguire il metodo di qualità Pagani in ogni gesto ed ogni pensiero”.

Paolo Gila – giornalista economico finanziario RAI TV, ideatore dell’Indice di Fiducia sugli Investimenti in Innovazione Tecnologica IFIIT, è intervenuto in chiusura convegno in tema “L’Innovazione in Italia: trends e monitoraggio”. Ha tratteggiato una panoramica sulle principali questioni aperte del Sistema Italia: la cilindrata del nostro Paese si va riducendo a causa della crisi e così viene ad attuarsi una sorta di fenomeno come l’arcipelaghizzazione del suo tessuto produttivo, l’internalizzazione da parte sua spinge molte imprese all’estero riducendo la loro presenza sul versante interno e ciò mette al centro la domanda ricorrente sull’abbandono industriale, ma anche quali saranno in futuro l’incrocio tra capitali e imprese, le scelte d’investimento e, in ultima analisi, la Vision stessa del Sistema Paese.

Secondo Gila l’innovazione pone nuove soluzioni per affrontare nuove mete. E’ un salto di qualità produttiva che deriva dall’intreccio di più fattori, il più importante fra i quali la scelta di operare Investimenti con una Pianificazione Strategica. Ma il concetto chiave è quello di “visione” imprenditoriale, con una scelta di tipo tecnologico/organizzativa.

L’innovazione in Italia è monitorabile con l’indice IFIIT, Indice di Fiducia sugli Investimenti in Innovazione Tecnologica. Si tratta del primo indice economico che ne analizza i trends come strumento di verifica e di studio per valutare il grado di avanzamento dell’Innovazione Tecnologica nelle aziende, nei settori produttivi e nell’intero Sistema Paese. Si pone come strumento di analisi previsionale degli investimenti in questa direzione ed è in grado di porsi come indice anticipatore di cicli economici.

Il salto innovativo dell’Occidente ha avuto molte tappe. Una tra queste è la scoperta dell’America avvenuta grazie a un viaggiatore che, con un gruppo di uomini e con tre caravelle finanziate da una corte ha raggiunto un nuovo mondo. Un vero elemento di novità dunque è partito da Cristoforo Colombo attraverso il concetto e la realizzazione del sostegno che aiuta e finanzia l’innovazione. L’innovazione è il gioco per approdare ad altre mete. Le economie partono quando le economie cominciano a capire cosa può davvero cambiare il mondo. Ma ci vogliono tre fattori: capitali, idee, uomini giusti con la giusta visione, proprio come accadde a Cristoforo Colombo! E la storia di ogni salto innovativo finisce laddove è cominciata con l’esempio di Colombo. Bisogna tornare alle radici: imprenditori visionari, finanza che supporta l’idea e metodo di applicazione, progressione verso la meta. Ma cosa si intende per Innovazione? Spesso le invenzioni vengono realizzate da persone che hanno cercato qualcosa e hanno trovato altro. L’innovazione è un salto di qualità produttiva ma se non ha investimento è un sogno nel cassetto!

La passione è poi l’ingrediente fondamentale per fare Innovazione e Qualità e lo ha dimostrato anche Alberto Galgano, 50 anni fa, quando ha creato la sua società, tra le prime in Italia nel settore della Consulenza di Direzione e di cui è tuttora presidente. Il Gruppo Galgano, infatti, è la storica società a capitale interamente italiano fondata nel 1962 , leader nel campo della consulenza di direzione e della formazione manageriale con forte orientamento ai risultati. Nei suoi cinquant’anni di attività, che si celebrano proprio quest’anno, ha mantenuto l’elemento distintivo di una continua tensione all’innovazione organizzativa.

www.galganogroup.it

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